Economia
Lucio Avagliano
Interpretazioni della crisi
Secondo Paul Krugman[1] l'era Greespan è da considerare l'ultima relativamente serena: il Down supera i 10000 punti mentre le azioni registrano un incremento del 10% annuo. Ciò era dovuto al fatto che solo a metà degli anni 90 le aziende cominciano a sfruttare pienamente il computer. Ciò aveva provocato tra il 93 e il 2000 un calo vistoso della disoccupazione. Solo dopo la sua uscita si incomincia ad attribuirgli la responsabilità della bolla speculativa dei mercati finanziari. In realtà non si trattava, osserva Krugman, degli effetti positivi della nuova tecnologia ma delle conseguenze delle nuove frodi informatiche che avevano creato una sorta di catena di Sant' Antonio; si credeva che i prezzi delle case crescessero all'infinito e ciò aveva provocato la cartolarizzazione dei prestiti immobiliari che non erano limitati ai prime e egualmente godevano della tripla A[2] estesa anche ai subprimes.
In effetti dopo la emanazione della legge Glass-Steagal dell'epoca Rooseveltiana, tutto era andato bene per circa 70 anni fino alla nota crisi "saving and loans", un sistema che garantiva pienamente i depositi da parte delle banche ordinarie. Con l'abrogazione della suddetta legge invece incomincia ad emergere un sistema bancario-ombra che garantisce interessi più alti ma non la medesima tutela garantita con la legge precedente, fatto che viene "scoperto" al giugno 2008 da parte del attuale sottosegretario al tesoro Stuart A. Levey, quando oramai era troppo tardi.
Perché si era permesso tutto ciò si chiede Krugman " Nella sinistra si tende a pensare che la colpa sia stata della deregulation (...) ma la crisi, in linea generale, non ha riguardato le istituzioni deregolamentate che si sono assunte nuove rischi. Ha riguardato i rischi di istituzioni che non erano mai state regolamentate"[3] .
In realtà politica e finanza avrebbero dovuto rendersi conto di tale situazione. Ma il fatto era che lo spirito dei tempi e l'ideologia dell'amministrazione di George Bush erano profondamente contrari alla regolamentazione, osserva opportunamente Krugman, mentre per lo stesso motivo, venivano bloccati anche i tentativi dello Stato di imporre controlli ai mutui subprimes. A fine primavera 2006 si verificava inoltre un evidente gonfiamento prezzi delle case mentre iniziavano i costosi pignoramenti, ai primi del 2007 appariva già grave la questione dei subprimes, pure nella persistenza della tripla A fino ad ottobre. Ma le case erano state svalutate del 50%, per cui la perdita di lavoro e spese varie rendevano impossibile il rimborso dei mutui.
Sette trilioni uscivano dalle tasche degli acquirenti e solo uno da quelle degli investitori. Ma in questa maniera si innescava la crisi del sistema-ombra bancario che causava la corsa agli sportelli mentre si espandeva dal canto suo il settore del credito tradizionale (quindi assenza di credit crunch) che però non compensava se non in minima parte il crollo del sistema bancario ombra.
Bernanke, professore di economia a Princeton e studioso della Grande Depressione, sembra consapevole della situazione e porta a fronte delle banche in crisi il tasso all'1%, inoltre, "che cosa dire dei prestiti erogati dalla Federal Reserve? Probabilmente hanno dato una mano ma non nella misura attesa, perché le banche tradizionali non sono al centro della crisi"[4]. In sintesi possiamo dire che la FED si comporta bene quando disattiva le riserve bancarie, ma quando interviene sul credito ordinario deve fronteggiare un ritorno al passato.
Negli ultimi quindici anni si assiste all'ascesa della globalizzazione finanziaria, per cui gli investitori di ciascun paese acquistano grosse partecipazioni finanziarie in altri Paesi, cosa che ci fa concludere che era stato azzardato lasciar fallire la Lehman Brothers, solo parzialmente recuperata da nazionalizzazioni di AIG, frutto, osserviamo noi, anche questo persistente della mentalità liberista. "Che cosa fa presagire tutto questo per la << la economia reale>>, l'economia dei posti di lavoro, dei salari e della produzione? Nulla di buono"[5]. In realtà l'intensificazione della crisi del credito dopo il crollo della Lehman e la disoccupazione al 10% fanno capire la differenza che passa con la recessione del 1982, quando a Volcker bastò allentare la stretta creditizia :"questa volta per contro l'economia ristagna nonostante i ripetuti sforzi messi in atto dalle autorità monetarie per farla ripartire"[6].
Per Krugman, in conclusione si assiste non alla depressione bensì al ritorno dell'economia della depressione degli anni 30 in conseguenza del fatto che si era pensato solo all'offerta mentre la teoria della domanda non era ritenuta credibile . Il vero problema è quindi come tenere alta la domanda ( come suggeriva Keynes) per utilizzare le capacità produttive. Ciò non significa protezionismo ma ricerca dei modi per aumentare l'occupazione : ciò significa che " il libero mercato è destinato a perdere progressivamente la sua ragione d'essere (...) ancora una volta il giusto modo per cominciare ad affrontare il problema è quello di capire che il libero mercato, ed in particolare la globalizzazione, hanno fatto molto per la razza umana e dunque è importante proteggere e incrementare i successi finora ottenuti. Oggi come negli anni 30 non ci si può tuttavia difendere dalla globalizzazione solo ripetendo i mantra del libero mercato mentre un sistema economico dopo l'altro sta crollando" [7]. "Ancora oggi molti non accettano l'idea che le recenti crisi economiche abbiano messo in evidenza l'esistenza di un problema interno al sistema"[8] e si trovavano colpe nella condotta di ognuno dei paesi proprio mentre si stavano adottando politiche corrette! Bisogna inoltre muoversi subito a tagliare i tassi, avvertimento evidentemente rivolto alla BCE e alla politica del FMI; occorrono inoltre controlli di emergenza sui capitali e simili : "non mi piace l'idea che le nazioni abbiano bisogno di interferire sull'andamento dei mercati che debbano porre dei limiti al libero mercato, in modo da proteggerlo. Ma è difficile immaginare che si possa continuare a fare a meno di questi provvedimenti, e a credere che i mercati finanziari ricompensino la sempre la virtù e puniscano il vizio."[9]
Occorre inoltre ricordare che i paesi industrializzati posero controlli al movimento di capitali per molto tempo dopo la fine della guerra e solo dopo si aprirono. Non ci sono problemi strutturali , il Giappone , Brasile e Asia ma " i veri ostacoli strutturali al benessere del mondo (erano) le dottrine obsolete che annebbiano la mente degli uomini."[10]
Un'interpretazione molto convincente sull'andamento della crisi, a me pare, quella di Robert Schiller: "the subprime crisis is the name or what is a historic turning point in our economy and our culture"[11]poichè la rottura del credito, osserva Shiller avrà un impatto economico per anni : "More importantly this crisis has set in motion fundamental societal changes that effect our consumer habits our values our relatednees to each other". È ,pertanto, tempo di bloccare l'ulteriore sviluppo delle bolle economiche, stabilizzare I prezzi delle case e dei grandi mercati finanziari.
Dal 97 al 2005 i tassi di aumento dei prezzi delle case passarono dal 65.7al 68.9, non si verificò cioè la capacità dei debitori di ripagare i mutui contratti, spesso non controllando col "revenue internal service" tale capacità.
Il pil crebbe del 6% alla fine del 2005 e i mutui furono impacchettati venduti e rivenduti in modi poco chiari agli investitori di tutto il mondo ponendo le premesse per la crisi di proporzioni globali. Si verificò la stessa crisi che accadde nel 1925-1933 quando i prezzi caddero del 30% e la disoccupazione aumentò fino al 25%. La crisi livellava così i difetti delle istituzioni finanziarie di questo periodo non c'erano pubbliche istituzioni che potessero prevenire i mutuatari dal rischio di essere cacciati dalle loro case dovuto alla loro incapacità di ripagare i loro mutui. Ma a causa di sforzi per cambiare questa cornice istituzionale fù evitata una crisi di massa.
Le risposte politiche durante questa crisi storica sono una per il genere di soluzioni che dovrebbero essere promosse anche oggi. I cambiamenti furono opera non del solo Roosevelt, bensì di politici e burocrazia che cercavano di coprire la crisi e cambiare l'infrastruttura della nostra economia[12]. Si crearono, a tale proposito, nuovi sistemi di "home-loan banking" e 12 banche nazionali in tal modo la crisi non solo stabilizzava i prezzi ma anche democratizzava le istituzioni finanziarie. Notiamo per inciso che la stessa via fù percorsa nell'operazione di democratizzazione di credito intrapresa in Italia dall'IRI.
Nacquero così l'HOLCH (Home Oweners'Loan Corporation) il FHA( Fderal Housing Administration) nel 33e la Federal Report Insurance Corporation e la SEC (Security Exchange Commission) nel 34 e nel 38 infine la Federal National Mortage Association ( Fannie Mae).
La risposta di oggi nel piano Paulson,The Master Liquidity Enhancement Counduit (MLEC) che è stato al massino almeno di un decimo del FHA che fortunatamente è ancora in vigore dall'epoca della grande depressione mentre il MLEC è stato cancellato e il piano di aggiustamento del Fannie Mae promosso dal American Securization Form risulta coprire meno dell'1% dei depositi assicurati dalla creazione del 1934 cioè il Federal Deposit Insurance Corporation.
Da notare anche che le misure prese da Bush nel 2007-2008 furono all'altezza del problema , il Congresso era stato lento a reagire alla crisi non alle udienze dell joint economic committee diretto dal senatore Charles Schumer, di cui Schiller fu testimone. Il senatore disse : "i fear that we still don't appreciate the seriousness of the problem we are facing"[13]. Non sono stati ancora fatti passi fondamentali al 2008 diversamente dagli anni 30.
In verità nessuno si è interessato di quello che accadde più di trent'anni fa[14]
Dopo aver trascritto i prezzi delle case nel 1890, Schiller si pone una domanda: "cosa accadde da far aumentare i prezzi drammaticamente"? eppure i fondamentali erano fermi: costo, popolazione, tassi, il sentiomento della superiorità del capitalismo USA "sometimes seems to approach to religious ferbor"[15], e in realtà le autorità semplicente negarono che ci fossero problemi[16] in realtà Greespan e gli altri non compresero che si stava andando verso una bolla che sarebbe scoppiata, anche per cause psicologiche. Inoltre la "loose monetary policy" fu amplificata dai subprimes borrowers mentre le agenzie continuavano a dare la tripla A, ne ci fu regulation ma sviluppo dello "shadow banking sistem", pur avendo Shiller stesso messo in guardia dall'eccesso di "mortgages landing" che stava portando ad un insostenibile bolla, ma fu accolto con scetticismo i regolatori non videro i rischi e consentirono ai Freddy Mae "to go on to supporting the housing boom"[17] si crea insomma un eccessivo entusiasmo[18]. Perché tale speculazione sulla casa? Tutta la storia economica americana è storia di speculazione sulle terre ( anche George Washington fu uno speculatore)[19] " America, from its inception was a speculation" lo stesso accadde a Chicago[20]. In realtà osserva a questo punto Schiller " la profonda crisi della bolla è da ritrovare nel cambiamento che si generò in noi stessi, ammirando più la speculazione che il lavoro inoltre ,ad inizio anni 90, abbiamo pensato che il nascente capitalismo in Cina India Russia e Brasile avrebbe spinto in alto i prezzi del Real Estate Market.
In effetti : "Most people do not understand the true nature of the bubble and try to think of speculative events as a rational responses to information, for they do not understand contagion thougth"[21]. Insomma è la classica speculazione dei tulipani in Olanda avvenuta nel 1600[22] in effetti c'era tanta terra disponibile ma gli speculatori credevano che la terra urbana fosse diversa e se è vero che i prezzi aumentarono ogni anno dal 97 al 2006, fu sbagliato pensare ad un aumento senza fine.
Alla fine degli anni 90 si credeva che a causa dello sviluppo il prezzo degli immobili sarebbe aumentato; in realtà i prezzi delle case non sono aumentati, aumentarono solo le dimensioni tra il'63 e il 98 il prezzo normale è aumentato del8.5 ma l'indice di qualità solamente del 5.928 in effetti in accordo alla teoria di Baumol, secondo la quale i prezzi delle case cadono perché cadono i prezzi delle tecnologie, ne ci può essere scarsità di materiale di costruzione perché sono tutti rimpiazzabili. In realtà ogni uno è legato al proprio posto e tende ad esaltarlo e la conclusione è che occorrerebbe democratizzare il mercato.
Il nuovo urbanesimo, che cominciò nel 1980, ha cercato di ostacolare la crescita disordinata che ha rappresentato il principale modo di sviluppo degli Stati Uniti e degli altri paesi per mezzo secolo. I sobborghi sono costruiti vicino alle grandi città ma essi mancano di effettivi centri cittadini, occupano larghe porzioni di territorio e obbligano i residenti ad usare l'automobile per raggiungere il centro-città. Recentemente i teorici del nuovo urbanesimo hanno sottolineato la necessità di costruire interamente nuovi larghi centri urbani. La gente apprezza le città dove ci si può passeggiare. A tal fine possiamo costruire nuovi centri lontano dalla congestione dei vecchi, come è per Reston Power Center vicino Washington oppure Mesa del Sol vicino Albuquerque oppure a Dongtan vicino Shangai la circolazione delle auto è vietata. Tutti i progetti in conclusione che alla lunga lavorano contro l'aumento dei prezzi delle case!
Bailout è un paracadute che favorisce la irresponsabilità ma chi paga? Attraverso le tasse i poveri come ultimi risk managers che sono il più potente e pervasivo strumento di politica negli Stati Uniti come scriveva nel 1932 lo psichiatra Beran Wolfer " a psicoligical pall has settled over the whole country"[23]. Negli anni 30[24] riappare il romanticismo: non c'è più voglia di fare lunghe discussioni mentre la casa brucia, la crisi comincia prima del 29 col mercato delle case, ma solo più tardi si estende all'intero mercato e suscita reazioni pubbliche per "l'effetto contagio" (cfr Cristina Romer)[25] e la conseguente crisi della coscienza sociale con effetti incalcolabili[26].
Nel 1933 fu creata la Home Owners' Loan Corporation, una cosa che si può fare anche oggi evitando che i borrowers abbandonino le case e rifinanziando i presti ai debitori ( Sen Dodd ) intanto occorre ammettere che esiste un problema serio e non fare come Hoover riconoscendo che occorrono più ampi centri urbani che abbasseranno i prezzi nel vecchio centro.
Nel capitolo finale Schiller sottolinea l'importanza della proposta di una democratizzazione della finanza che ridurrebbe nel lungo periodo l'incidenza delle bolle speculative come quella delle case che abbiamo appena sperimentato in realtà storicamente vi è stata una tremenda instabilità del settore bancario per esempio vi furono crisi negli anni 1779, 1819, 1837, 1857, 1873, 1893, 1907[27]. Occorre allora immaginare grosse riforme come quelle attuate dal New Deal quando si sono verificati cambiamenti dell'intero sistema finanziario, riforme istituzionali di base "is not impossible but necessary"[28] partendo con l'applicazione della information tecnology lo sviluppo dei computer la collezione dei dati e della capacità di elaborarli, tecnologie intelligenti e rapide tutte provvedono ad offrire mezzi per risolvere la crisi del subprime e accanto a questa c'è stata nelle delle decadi un magnifico sviluppo nel campo della finanza matematica, che aiuta a capire come entrambi i lati di un contratto finanziario possono beneficiare, e suggerire come possiamo ottimizzare la partecipazione di essi. La moderna teoria finanziaria trova un suo importante componente nell'agency teory, la quale spiega come motivare il più possibile gli agenti nell'interesse di tutte le parti. Parimenti le scienze umane come psicologia sociologia antropologia e neurobiologia stanno aumentando la conoscenza dei meccanismi mentali senza che venga applicata la finanza e l'economia.
Dando la dovuta importanza alle scienze sociali e alla psicologia si risolverebbero numerosi problemi relativi al rischio seguirebbero un pacchetto di proposte-riforme che il governo società civile e business potrebbero attuare in una nuova fondazione istituzionale sia per il mercato delle case che per altri mercati. Presi nell'insieme queste misure riecheggerebbero quelle introdotte da New Deal per risolvere i fallimenti della finanza negli anni 30 come oggi le riforme relative al sistema bancario internazionale chiamato Basilea 2. Queste rotture del metodo e della forma possono verificarsi, come quelle del New Deal soltanto nei periodi di crisi.
Vi sono inoltre sei modi per migliorare l'infrastruttura dell'informazione, creando tra gli altri nuovi e più larghi database e nuovi sistemi di unità di misura.
Soggetti a basso reddito che presero il rischio dei mutui subprime col tasso di interesse che ben presto sarebbero saliti e senza conoscere il rischio di una loro vertiginosa impennata in caso di crisi perché vi era una piccola spinta economica a provvedersi di tale informazione attraverso i canali stabiliti. Certo le riviste finanziarie sicuramente riportarono tali rischi, ma mentre le persone di alto reddito ricevevano questa informativa molte persone di reddito basso venivano lasciate sole con queste tragedie personali. Allora il primo passo da fare è una pubblica istruzione che promuova notizie finanziarie per tutti non solo per i più ricchi. La gran parte della gente ha bisogno di un consiglio di finanza elementare, ma sfortunatamente solo la parte più ricca può permettersi questo consiglio. Il governo invece dovrebbe sussidiare il consiglio finanziario rendendolo deducibile dalle tasse purtroppo questa detrazione lavora solo per le persone di alto reddito mentre bisognerebbe capovolgere questa situazione e sussidiare veramente consigli finanziari per tutti. Se ciò avvenisse sarebbe probabile che il business impiegherebbe la nuova informazione tecnologica su una scala assai maggiore. Altre importanti riforme sarebbero di migliorare le conoscenze finanziarie, come per esempio quelle relative alla assegnazione della tripla A operate da agenzie come Moody.
Nell'età della comunicazione elettronica la trasmissione di informazione è sempre più possibile attraverso internet o anche sussidiando da parte del governo la creazione di grandi database economici, sia individuali che d' azienda. Noi abbiamo già visto lo sviluppo di ampi database di informazione di redditi delle attività economici degli individui, ma questi databese sono frammentati e raramente usati per buoni scopi economici nessuno ha l'intera pittura della situazione finanziaria soltanto pezzi frammentati. In conclusione molte persone trovano assai difficile capire il nostro sistema economico. Per aiutarle il governo dovrebbe creare un nuovo sistema di unità di misura, che sarebbe un gradino assai rivoluzionario simile alla creazione del sistema metrico dopo la rivoluzione francese[29]. Se la gente fosse stata abituata a tale unità di misura dell'inflazione per esempio il recente boom delle case sarebbe stato evitato come anche si sarebbe capito che non era vero che il valore delle case raddoppia ogni dieci anni, usando per esempio il riferimento non monetario ma di paniere di beni.
Se si fosse presa questa abitudine di rapportare i prezzi delle case in panieri dal 1890 allora la gente avrebbe capito che i prezzi delle case non sono cambiati per centinaia di anni.
Tutti questi provvedimenti presi insieme: "would unleash the power of better information and help prevent economic crises like the current one from ever starting. Once we provide the economic and governmental incentives for the development of a better information infrastructure, and once that infrastructure has been in place for several years, then imagination and entrepreneurship will take over, pushing us into uncharted territory in the exploitation of that information. We will witness the creation of entirely new kinds of for-profit information providers, both computers-based and human-services-based, all interacting with each other to promote improved financial decision making by individuals and businesses"[30]
Nel mercato dei future ad esempio il declino dei prezzi delle case era già stato previsto nel 2006.
In conclusione Schiller elenca una serie di misure paradossalmente comprendenti gli stessi derivati intesi a migliorare la qualità del mercato "the empirical evidence suggests that the introduction of derivates does not destabilize the underlying market and that introduction of derivatives tends to improve the liquidity and informativeness of markets"[31]. In conclusione scrive Schiller " our society with well-established information infrastructure that reached out to all its members; derivative markets for both owner-occupied and commercial real estate; well-developed retail products, like continuous-workout mortages, home equity insurance, and livelihood insurance, that facilitate risk management for individuals; and default options that naturally lead people to use risk-management devices intelligently"[32].
In conclusione " the key to lomg-term economic success is rightly placed confidence in markets. In contrast, bubbles are the result of misplaced confidence"[33].
È vero che le memorie di questo trauma possono durare per anni ma " the process of economic develop is not over". Il settore finanziario dal 2.3% del GDP nel 1950 sale al 7.7% del GDP nel2005 ,mentre dal 1970 i lavoratori del settore finanziario sono stati meglio pagati per la crescente tecnologia del mercato della finanza. In realtà in "short term bailouts should indie play some role in our response to the crisis. Whenever the economic system is discovered not to have insured people properly, bailouts are sign of our attentive humanity for each other."[34]
La proposta finale è che occorre istituzionalizzare la generosità verso i meno fortunati "we must institutionalize generosity to the unfortunate. Doing so ultimately means producing risk-management contracts. Doing this is a natural extension of the trend in our society, over the past two hundred years, of replacing many of our charitable institutions with insurance-based institution"[35] la stabilità sociale è inoltre rafforzata dalla sensazione di essere trattati in modo "fair and compassionate". Puniamo allora le persona ma non le istituzioni poichè la finanza ci può arricchire e ridurre le ineguaglianze.
J.K. Galbraith : "The Predator State"
Dalle disfunzioni inerenti al libero mercato sottolineate da Krugman si passa con G. Galbraith alla ricerca di un modello alternativo[36]. Galbraith osserva innanzitutto l'aumento delle diseguaglianze del reddito da più di 25 anni, secondo l'osservazione di Bush jr frutto dell'età dell'informazione e quindi rispecchiante, tramite il mercato, il diverso grado dell'istruzione[37]. Non rispettare questa produttività di conseguenza avrebbe riportato alla disoccupazione , invece meno intervento pubblico avrebbe portato a più occupazione, più veloce progresso tecnico e più alto tasso di crescita economica. Insomma se l'ineguaglianza aveva cause tecnologiche, occorreva allora più education , mentre se la causa era la globalizzazione che metteva a disposizione più unskilled labor allora bisognava puntare sul commercio. Ma il problema della diseguaglianza osserva Galbraith è complesso, poiché se le società con reddito meno diseguale sono più efficienti, allora non bisogna lasciare libero il mercato[38].
Il caso della Danimarca, priva di colonie e di una grande industria e non certo una potenza tecnologica, con un basso tasso di diseguaglianza e meno disoccupazione, appare a tale proposito significativo: l'ineguaglianza produce disoccupazione e questa spreco. Mentre in realtà col pieno uso delle riserve umane, la maggiore uguaglianza significa maggiore ricchezza. La differenza essendo all'interno dell'Europa, non tra questa e gli Stati Uniti: " so far as pay is concerned, Europe now is both more unequal and less fully employed than USA"[39].
Negli Stati Uniti all'ineguaglianza si è aggiunta la ricchezza di pochi possessori di azioni, mentre la information tecnology produce a metà degli anni 90 un grande sviluppo con disoccupazione sotto il 4%. All fine degli anni 90 c'è come è noto un grosso aumento di reddito, in un grappolo di industrie di alta tecnologia " mainly in the west but also Suffolk and Middlesex counties in Massachusetts, Travis and Williamson counties in central Texas, the area of the Reserch Triangle in North Caroline, and similar centers of advanced business development."[40]
Se si tolgono cinque contee da questo mix le diseguaglianze scompaiono, mentre si sviluppa un tipo di economia che, di bolla in bolla crea una casta di oligarchi. In conclusione la diseguaglianza copre due aspetti diffusi dell'economia, quella legata al popolo che lavora (supplie and demand for skills) e quella legata alla finanza (banca e brokers) che investono fondi nel settore tecnologico attraverso l'uso e l'abuso dello Stato[41].
In realtà lo Stato era sempre intervenuto, osserva Galbraith in questo capitolo, e a ciò era dovuto il successo della moderna economia americana, cioè le robuste istituzioni create dal New Deal e le sue robuste istituzioni[42]. In effetti : "the institutions in question are neither purelly private nor wholly public. They are not like the socialist welfare institutions of the Europe, but neither are they private enterprise"[43]
"Our state favored institutions are massive": dalle garanzie al credito bancario, dai settori creati dal New Deal, dal Fair Deal, dalla New Frontier alla Great Society, alle spese per l'health care pari al 6.8% del G.D.P., alle spese militari, all'istruzione che assorbe il 2.75% contro l'1.22% dell'Europa[44], il 90% dell'istruzione post secondaria essendo un'istruzione statale mentre anche i privati ricevono borse, contratti e prestiti federali.
In realtà: " the value o fan education depends not on the learning acquired but on the relative stature of the institutions attended. And therefore the market does not control but the institution do"[45]. Le università inoltre usufruiscono dei doni della filantropia che sono deducibili dalle tasse. Inoltre a differenza delle università di stato in gran parte del mondo in caso di tagli del budget pubblico i fondi possono venire da amministratori, tasse ed ex-alunni. Il sistema del college infine è una grande trovata per il sollievo della disoccupazione dove si aggiunge il 10% del G.D.P. In conclusione: "adding this elements togheter health-care, higer education, housing and social security. Together they account for nearly 40% of total consumption of goods and services in the United States."[46]Aggiungendo infine le spese locali pari al 14%, " we find the United States is not a free market economy" con un debole intervento dello Stato. È piuttosto un economia post industriale con lo Stato responsabile " well over half of economic activity"[47].
Reagan non cambiò questo fatto di base e il sistema funzionò con i debiti dei privati e dello Stato.
Galbraith senior vedeva la corporation come un'organizzazione che rimpiazzava il mercato pianificando il futuro tecnologico, sistema era già in crisi negli anni 70 che non era stato un semplice interludio tra due epoche di free market : "The decline of National industrial corporation can be seen in part in as a process of dispersion of the technostructure's power, and partly as the result of the rise of the class oligarcs (CEO)"[48]. Il potere si disperde in varie direzioni: in California, a Manahttan con le finanze, in Europa in Giappone, eccetera. Il sindacato assicura alti salari ma il libero mercato li mette in pericolo minacciando le industrie e i loro jobs, così come minaccia il ritorno delle banche, di investimento e commerciali, in cima alle decisioni da cui esse erano state rimosse dopo il 29[49].
La tecno-struttura appare decisiva poiché conosceva i dettagli a differenza delle banche in epoca di bassi tassi e credito fiscale. Ma ora dalla alleanza tra banche e tecnologia emerge un nuovo tipo di business leader che sotto la spinta di Hayeck e Friedman si identificava nel vecchio liberismo, mentre ora avere successo significa l'approvazione del mercato dei capitali, le giuste conoscenze e simili, che significava essere ricchi in breve tempo ciò che incoraggiava però anche la frode (cfr Enron, Worldcom, Tyco) sicchè " The economic profession stuck in its vision of the market as source of discipline misinterpreted these phenomena entirely"[50]. Di conseguenza le fibre ottiche vengono finanziate 50 volte più del necessario poichè in realtà il mercato finanziario non era adatto a governare le corporations " for the market as a tendence to undermine the law"[51]e far dimettere i corporate officers come classe di predatori. Politicamente sono coinvolti anche i democratici (New Democrats).
Nell'ultima decade una nuova classe dotata di mezzi e libera dalle corporations ha preso il potere politico: "not for any ideoligical project but simply in the way that would bring to them individually and as a group, the most money, the least disturbed power..."[52]. Si trattava in effetti di un fenomeno gia intravisto da Veblen: come la nota dominate nella corrente teoria della vita, "and one competlely absent from the benign ideas of self-organized social harmony that emerge from thinking in terms of market[53]... Veblen's vision o fan essentially stable order, yet dominated by predatory and unproductive class , was plainly too subversive for the marketers, yet it was also too cynical for the Marxists. And so it was effectively squeezed out of existence between them."[54]
Si tratta in effetti dell'emergere di quello che Reich chiama il supercapitalismo con nuove regole e nuovi padroni. A Galbraith senior il mondo appariva come era un mondo di organizzazioni "interlocking", cioè un mondo "in wich the predatory instinct might come under enduring organizational control"[55]. Una volta preso il potere dalle organizzazioni agli individui succede che cadono gli obbiettivi sociali a favore di quelli tecnici. Ma c'era collaborazione oltre che conflitto con le grandi organizzazioni (cfr Kennedy e l'acciaio) e negli anni 70 la lotta contro l'inflazione vide insieme pubblico e privato. Per di più il modello regolatorio che emerge negli anni 70 dipendeva da un potere pubblico indipendente che poneva l'agenda e collaborava con un elemento del settore privato. La regulation faceva si che la migliori aziende prevalessero sulle cattive[56] mentre non era così invece con lo Stato predatore, differente dal nuovo Stato industriale e nato dal suo declino. La conclusione è che non c'è lotta tra governo e mercato e che nel tempo il ruolo dello Stato sarebbe cresciuto, rendendo negative sia la statalizzazione che la privatizzazione.
Si tende invece a rispondere al sistema con concessioni ai predatori esistenti ("the issue is on what terms and whith how many concessions to exsting predators")[57]. Assicurare l'intera popolazione senza screening risulterebbe economicamente efficiente (medicare dimostra che il sistema lavora quando il compromesso è raggiunto) e quanto alla scuola "bastion of american public effort for mainly two centuries" essa è ora anche sulla linea dello Stato predatore[58]. Il pubblico non è persuaso dal sistema voucers mentre il no child left behind aumentava lo scontento del pubblico per tre ragioni: 1)scoraggiava i meno dotati 2)distoglieva l'attenzione verso i programmi come musica arte, eccetera 3)il regime di valutazione dietro i test lavorava contro alcune scuole[59]
Per quanto riguarda l'Università il programma dei prestiti agli studenti fu assegnato a compagnie private in finta competizione tra loro, ciò per far credere agli studenti che c'era l'approvazione della amministrazione universitaria dietro la parvenza di un rispetto del mercato.
Quanto alla social security occorre notare che la battaglia contro di essa risaliva al 1981, mentre nel 1990 la battaglia per la privatizzazione si rafforzò e anche Clinton sembrò capitolare.
La popolazione, in realtà, non era affatto contenta della privatizzazione del sistema, pertanto per farla digerire era necessario persuadere il pubblico che l'esistente sistema pubblico non poteva essere sostenuto.
Nel finanziamento immobiliare poi c'era un sistema semplice che durava dagli anni 30 poggiante su bassi tassi dì interesse. Solo gli alti tassi degli anni 70 e 80 lo sostituirono con un altro più complicato. I bassi tassi del long term erano sostituiti da interessi volatili e variabili. Seguì la crisi dei saving and loans e il prendere prestito sulla propria casa divenne il maggiore motore di espansione, fino a che scoppiarono i fraudolenti subprimes. In conclusione il fatto è che si erano indebolite le forze regolatorie che sostenevano la "health security", la consumer protection e l'enviroment, cioè i public groups "whose financial and political base had been eroded by the declining competitiviness of the industries which they were formerly strongly organized"[60]. Con la seconda amministrazione Bush ha così la meglio l'ala reazionaria del business. Furono nominati i più aggressivi avvocati antiambientalisti, contrari alla protezione dei consumatori e alla protezione sociale. Il risultato fu un rafforzamento non del business in generale ma dell'ala reazionaria di ogni componente del mercato. In realtà : "Predation is the enemy of the honest and independent and espacially of the sustenable business, of the business that simply want to sell to the public and make a decent living over the long run"[61]. Le baanche reazionarie hanno preso il controllo, in fine del sistema del mercato dei capitali, l'opposto dell'esempio scandinavo[62].
In effetti si manifestava un'inadeguatezza del mercato anche con la cosi detta terza via, cioè il new liberalism, che non era la soluzione adatta (secondo Galbraith era come voler fare una frittata senza rompere le uova). Il governo doveva distorcere il meno possibile i risultati del mercato:grandi schemi per l'impiego, distribuzione infrastrutture o l'ambiente venivano esclusi perchè nulla era possibile o permesso a chi o cosa che avrebbe minato la fondamentale autorità del mercato[63]. La soluzione del mercato di P.Singer non è praticabile: non può stabilire quanto può essere regolato, senza interferire nella politica interna. Se l'India, ad esempio, si sviluppa rapidamente chi la obbliga a rispettare il contratto? Manifatture tessili, e grocery sono nel mercato, ma a guida politica. La regulation in effetti fallisce nel far lavorare il mercato : "it fails to make easier the complex private decision associated with technological challenges, and thus enviromental policy"[64]. La conclusione è che abbiamo bisogno di un'idea che è stata lasciata cadere secondo Galbraith, c'è bisogno della pianificazione cioè di una parola che è stata considerata sporca dai liberisti, mentre in realtà planning e mercato non si contraddicono in quanto l'istruzione, la direzione della tecnologia , della conoscenza scientifica sono cose che non hanno nulla a che a vedere con il mercato:"in real life, plainning cannot be avoided"[65]il punto è chi la realizza e con quale effetto :bisogna avere un comitato di pianificatori che abbia accesso al potere politico. La realtà americana è che attualmente lo State planning è solo per le emergenze specialmente per i conservatori soprattutto in questioni di sicurezza nazionale. Un esempio convincente è il mancato intervento a New Orleans,(durante i disastri causati dall uragano Katrina) che non aveva un piano di evacuazione tranne per chi aveva una macchina .
Anche l'energia doveva passare dal controllo dei privati a quello pubblico come in Cina , altrimenenti se non si interveniva il destino di New Orleans sarebbe stato identico per l'intero paese. Ma i cambiamenti climatici non sono un area di intervento pubblico : "The United State has many public investement need that have been severely negletected for thirty yeras: energy, sucurity water"[66]. In realtà la destra ha capito bene che il governo dovrebbe imporre standard alle grandi imprese3 che queste vogliono evitare.
Il primo giorno di presidenza Ronald Reagan abolì il Council on Wage and Price Stability e gli americani si persuasero del principio che salari e prezzi appartengono al mercato ma secondo Galbraith "by accepting this principle, liberals as well as conseratives conceded the trumph of the mrket idea"[67]. il controllo dei prezzi veniva considerato come una pratica medievale e si parlava con disgusto di controllo dei prezzi (cfr il prezzo del gas in Russia,Iran, Venezuela, tortillas in Mexico, "rents in much of China"). Ma è corretto ? si domanda Galbraith "Or does it represent a rational alternative to government (...)?"[68] in realtà sembra al nostro autore il mezzo più rapido per ridurre le ineguaglianze economiche specie a favore dei più poveri come dimostrano le lotte degli Stati Uniti e anche "the tuition- free enrollment in mayor state universities"[69].
Inoltre la critica della regulation si basa in realtà su tre aspetti: il controllore è catturato dai monopoli e fissa prezzi troppo alti; il prezzo basso (ad esempio della benzina) promuove troppo il consumo a danno dell'export, nella presunzione che esiste un prezzo di mercato competitivo ma ciò e falso.[70] Nel mondo reale ciò non è mai vero " the very purpose of a new technology is of course to create a monopoly where none previously existed"[71]: un prodotto nuovo essendo per definizione monopolistico.
In realtà : "the deregulation of wages and prices in the great move toward competitive market pricing is nothing more than a rearrangement of social power relations." (...) "in most cases regulation had served mainly to keep monopoly pricing power under control" [72]. Ma in realtà le nuove entrate finivano col ridurre salari e margini di profitto, guadagni potenziali dovuti al più rapido cambiamento tecnico e il potenziale controllo monopolistico. Benché i deregolatori avessero promesso importanti migliori nella consegna dei tracking servicies la verità fu che queste efficienze furono scarse. Similmente nei trasporti aerei la deregulation condusse ad uno sviluppo dei voli low coast e ad un attacco ai sindacati e a un trasferimento dei benifici dai lavoratori ai consumatori, come pure a un largo aumento dei viaggi aerei che costituirono lo stimolo a miglioramenti tecnologici con un fortissimo aumento dei viaggi.
Nelle telecomunicazioni il numero delle aziende maggiori cadde da 50 a 6 dal 1983 al 2005.
Importante a questo punto per Galbraith è la battaglia sul free trade perché legata alla mobilitazione contro la deindustrializzazione legata al commercio ( cfr la trasformazione dell'Ohio, Stato legato a Bush che dal 200 al 2004 passa decisamente ai democratici). Si capì che i posti di lavoro e la sopravvivenza della classe media era legata agli accordi di free trade e alle esportazione di posto di lavoro attraverso l'out sourcing, con conseguenza anche di distruzione della classe media ( cfr la battaglia dei senatori Dorgan e Brown )[73].
Per quanto riguarda gli standard ambientali, se gli Stati Uniti imponevano degli standard sulle proprie importazioni come avrebbero potuto obbiettare a imposizioni sulle proprie esportazioni? L'idea di restrizione al commercio si manifestava palesemente assurda, se si pensa all'esportazione di jet aercraft macchinario per l'estrazione del petrolio e agricoltura industriale riguardano tutti prodotti che emettono monossido di carbonio. La soluzione di bloccare l'esportazione cinese negli Stati Uniti avrebbe inoltre colpito il settore dei bassi salari americani, provocando inflazione, e aumento dei tassi di interesse, oltre alla ritorsione cinese sui propri mercati. Certamente l'esportazione cinese delle manifatture è un problema! Ma lo è anche per la Malesia Tailandia , Filippine e altri paesi a basso salario.
A tale proposito occorre vedere i dibattiti sul problema riguardanti il NAFTA dal 1992 al 1994[74]. I produttori americani erano spinti a tagliare i salari a causa della competizione messicana, ma ciò non dipendeva dal NAFTA ma dal Messico, poichè se il NAFTA fosse scomparso non lo sarebbe stato il Messico. In breve la battaglia sul NAFTA negli accordi dei trade-agreements con isolati paesi in via di sviluppo era la battaglia sulla difficile applicazione degli standard in altri paesi.
In breve, osserva Galbraith, l'obbiettivo populista di aumentare i salari americani, creare nuovi posti di lavoro e aumentare la sicurezza del nostro sistema economico doveva essere raggiunto in maniera diversa dall'intervento sul sistema commerciale bisognava farlo direttamente " you want higher wages? Raise them. You want more and better jobs? Create them. You want safer food, cleaner air, fewer carbon emission? Pass laws and establish agencies to achieve this. Enforce the laws, staff the agencies, give them budgets and the mandates that they require to make the changes that we need. Politics may stand in the way, but economics does not. And there is nothing really to lose except free-market[75].
A questo punto la domanda è se ci sono le risorse per realizzare un piano, per realizzare infrastrutture, sanità sviluppo sociale, una volta abbandonate la speranze di averle dal mercato. Occorre distinguere il caso in cui si assiste ad un' economia chiusa dal commercio e dalla finanza internazionale ed un' economia aperta invece a questi. La verità è che gli Stati Uniti non sono soggetti alle regole generali. Come si è arrivati infatti a questa posizione? Dopo la seconda guerra mondiale gli USA erano il banchiere del mondo e l' arsenale della democrazia[76] e gli altri Stati non avevano una valida alternativa che accettare il suo ombrello atomico il suo deficit commerciale non essendo nè più nè meno che la conseguenza del sistema. Ma a differenza degli altri Stati gli Usa non potevano svalutare in base agli accordi di Bretton Woods. Nixon ponendo fine alla convertibilità gettò il mondo nel caos mentre Reagan pose fine all'incertezza. Le altre nazioni conservando i bonds americani finanziarono in tal modo i suoi consumi. Perchè fecero così? Per tre ragioni risponde Galbraith: 1) il governo americano non poteva fallire 2) nessuno si aspettava un crollo del dollaro 3)gli altri paesi giustamente in ultima analisi ritenevano che gli Stati Uniti avrebbero continuato a provvedere ad una crescente domanda semplicemente perché il prezzo di una crisi politica all'interno del paese sarebbe stato troppo alto.
Reagan e Volcher ritenevano che nessun potere potesse fare concorrenza al dollaro: era l'egemonia finanziaria americana che rese possibile l'epoca riformista di Clinton ma tutto finisce nel 1989: ora l'ombrello atomico non serviva più! E mentre l'Iraq dimostrava la debolezza militare americana, con lo scoppio della bolla tecnologica crollava l'altro pilastro di qui l'intervento col subprime e la conseguente crisi finanziaria che coinvolse milioni di persone e che potrebbe durare degli anni[77]. Ma pure, in conclusione " the dollar reserve system still is not dead" osserva Galbraith. Cosa può succedere allora? Non lo sappiamo! Cosa succederà se la politica economica ed estera americana cambiano? Gli Stati Uniti possono continuare ad essere un'ancora finanziaria e ad essere i leader nella scienza e nella tecnologia perché storicamente questo è stato il ruolo statunitense che malgrado l'insorgere dello Stato predatore in larga misura continua. L'ideologia del libero mercato dietro la quale essi si sono nascosti è in banca rotta ma il paese non lo è la stabilità sotterranea e la versatilità delle quasi pubbliche istituzioni negli Stati Uniti non sono scomparse le università e i centri di ricerca restano. Ma è possibile mutare la cultura della predation sul governo e sulle maggiori corporazioni. Se questo sarà fatto con impegno, energia, competenza e buona fede non vi è nessuna ragione per cui il mondo non possa adoperare gli strumenti per fare quei investimenti che solo possono superare quel clima di crisi e porre la direzione di una nuova sana economia. A ciò non c'è alternativa
Secondo Attali la crisi si spiega con la incapacità della società americana di dare una risposta accettabile alle classi medie indebitatesi per finanziare l'acquisto della casa[78]. Il rimedio è una riduzione reale di tale indebitamento e non il suo trasferimento sulle spalle dei contribuenti e ciò si può ottenere riequilibrando la crescita con la democrazia puntando su una crescita economica che in tal modo potrebbe essere il punto di partenza per uno sviluppo armonico. Occorre però democrazia in uno Stato di diritto, poiché "parte essenziale dei talenti e dei capitali è dirottata verso un sistema finanziario a scapito dell'industria e della ricerca"[79].
La crisi scoppia nel 2007 come è noto, le banche "scoprono" di avere attivi cartolarizzati nei propri bilanci e nel settembre 2008 è il panico originato dallo squilibrio proprio fra mercato e Stato di diritto ma occorre evitare il pessimismo se si pensa che anche la crisi dei tulipani del 1637 fù all'origine di un periodo di crescita che durò 250 anni nel 1728 infatti gli armatori si trasferirono sul Tamigi "dove democrazia e mercato vanno di pari passo"[80], mentre nel 1844 la nuova crisi finanziaria permette alla City di imporre il primato dell'oro; e ciò non toglie che nel 1890 la maggior parte delle banche inglesi falliscono mentre avanzano Boston e Wall Street.
Nel 1907 di conseguenza nascono a Washington la Federal Reserve e la banche USA (Morgan, Lehamn Brothers,eccetera) diventano i principali strumenti di raccolta e risparmio degli investimenti, il mercato dei capitali diventa la principale fonte finanziaria dell'imprese chi è informato prima degli altri dell'esistenza di miniere d'oro di giacimenti di petrolio o di qualsiasi altra opportunità di fare profitti costruisce ingenti fortune con il risparmio degli altri[81]. Nel 1919 inoltre si ha il boom degli investimenti immobiliari in Florida mentre nel 1926 la domanda inizia a calare mentre i prezzi iniziano a salire[82]. Lo Stato Federale spinge al consumo dando a garanzia le azioni agli americani ma nel 1928 il debito degli americani raggiunge il 300% senza che nessuno intuisca che la crisi è già cominciata. Ad ottobre si ha il panico poiché nessuno vuole sostenere le banche, mentre nel 1931 si adottano misure protezionistiche per porre rimedio alla situazione.
Nel 1944, come è noto, a Bretton Woods inizia il dollar standard con tasso di cambio espresso in oro o nel dollaro USA contro l'idea di Keynes inoltre si decide che il fondo monetario internazionale e Birs residieranno in Usa e si stabilisce che gli Stati Uniti dovranno avere una bilancia dei pagamenti deficitaria. Più il dollaro diventa moneta di riserva e "meno sarà degno di fiducia" (dilemma di Triffin). La finanza americana per raggirare il Glass Steagal Act si stabilirà a Londra, "ma le spese del Vietnam e la corsa allo spazio spargono la valuta in grande quantità all'estero per importare in America macchine e risorse naturali"[83]. Ma nel 1971 quando il governo di Bonn chiede il rimborso dei suoi dollari in oro, gli Stati Uniti che non vogliono vedere scomparire le loro riserve di metallo prezioso sospendono la convertibilità in oro: era la grande crisi del 1973, crollano le esportazioni americane mentre la quota di mercato mondiale del Giappone "passa dallo zero al 22%"[84]. Il debito pubblico americano è ormai base per il credito mondiale ( tra il 45 e l'80 questa base si moltiplica per 200). Il primo campanello di allarme è dell'ottobre 1987 ma dal 1990 inizia la forte crescita economica e globale e inizia parimenti il consensus di Washington cioè regole ultra liberali, libertà di mercato, riduzione del ruolo dello stato flessibilità del lavoro, globalizzazione del mercato ma non dello Stato di diritto, banche privatizzate, smantellamento del controllo finanziario nel 1992. Con Clinton inoltre nasce il City group, grosso gigante finanziario e si eliminano, purtroppo, le restrizioni del Glass Steagall Act. Nel 2000 infine esplode la bolla di internet, si ha la frode di Enron e Worldcom, la valutazione degli attivi come se fossero liquidi in base a tecniche di valutazione dette "mark to market" e "mark to model".
Secondo Attali si tratta della prima crisi della globalizzazione che comincia con le liberalizzazione democratiche sullo sfondo di forti diseguaglianze sociali: negli Stati Uniti il 5% della popolazione prende la metà dei patrimoni creati dal 1990 al 2006[85], mentre il salario medio ristagna malgrado la crescita del pil del 1990 sale al 4%. Il salario di un cittadino americano è ancora oggi inferiore al livello del 1979 e lo è ancora per di più per il 20% dei più poveri.
Senza mettere in discussione la redistribuzione si induce la classe media ad indebitarsi. Gruppi di pressione concedono prestiti a clienti poco solvibili, Freddie Mac e Fannie Mae, istituzioni parzialmente pubbliche create dopo la Grande crisi riacquistano, incoraggiate dal Congresso, questi contratti dalle banche. Il valore dei debiti a metà del 2006 raggiunge il doppio di tutto il pil mondiale: ciò vale a dire che una montagna di debiti è pronta per la valanga.
Le cartolarizzazioni risultano profique all'inizio mentre i derivati, di cui scompare la tracciabilità, "vengono rivenduti da banche d'affari in mezzo ad altri prodotti" ( future forward opzioni e swap) Lehman Brothers IG etc.. :l'assimmetria della informazione è di una ampiezza record. Questa è la causa principale della crisi[86]... " nessuna banca di credito, nessuna autorità ne il FMI ne il BRI trova da ridire".
La crisi comincia, di conseguenza le banche si mettono a chiedere prestiti non più per ogni singola operazione ma riversando il debito sul proprio bilancio con il proposito di distribuire i rischi. Intervengono assicuratori contro i rischi di investimento ( asset-backed security ) e credit default swap una pseudo assicurazione che contratta a titolo privato e garantisce le perdite di un relativo investimento. Nessuno sa più chi garantisce e su cosa, nessuno conosce il valore reale di questi prodotti. Si verifica l'accecamento delle aziende di rating pagate dalle aziende stesse per dare un giudizio su di loro. Moody per esempio tra il 2000 e il 2007 quadruplica i suoi profitti mentre si raddoppia il credito con le carte private.
Il debito delle famiglie USA passa dal 46 al 98% del pil dal 1976 al 2007 mentre il debito totale degli Stati Uniti passa al 350 % del pil del 2007. Di tutto ciò il ministro delle finanza Paulson sembra non sapere nulla alla pari dei ministri delle finanze europee eppure nel 2004 Roubini aveva già previsto un crollo del dollaro nel 2004. La BCE "accetta di aumentare i volumi dei titoli in deposito presso la banca centrale in cambio di emissioni monetarie a favore degli istituti che si dicono ancora con discrezione in difficoltà"[87]. Partono le nazionalizzazioni e i prestiti alle banche tra cui Freddie Mac e Freddie Mae per salvarle mentre la FED sostiene di non conoscere i bilanci e della 30 giugno 2008 la notizia che la AIG, la più grande compagnia di assicurazione al mondo annuncia che "la sua divisione finanziaria ( che opera come una banca d'investimento in quanto controparte di un grande numero di operazione di swap e di hedge, al fine di assicurare i titoli che utilizza per costituire la propria base) ha emesso CDS appoggiati a CDO per un importo di 441 miliardi di dollari. Ma questi CDO, sebbene con rating tripla A, sono basati principalmente su RMBS (titolo agganciato a crediti ipotecario immobiliare di tipo subprime), fra cui dei subprime, per 60 miliardi di dollari. In altri termini AIG riconosce di aver contabilizzato nelle sue riserve tecniche molti titoli speculativi, cartolarizzazioni subprime il cui valore è garantito soltanto da meccanismi ancora più speculativi" [88]. Allo stesso tempo col aiuto finanziario dato al Fannie Mae e Freddie Mac, si cerca di sostenere così le banche, ma dopo una serie di convulse vicende, ( le banche non sanno ciò che Lehman deve loro e che non rimborserà e perciò non fanno più prestiti a nessuno) il mercato monetario si blocca. Lehman fallisce e costringe AIG a svolgere il suo ruolo di assicuratore facendo aumentare la sua perdita totale a 30 miliardi di dollari ai quali occorre aggiungere i 600 milioni legate all'acquisto delle azioni Fannie Mae dopo la loro nazionalizzazione "la scelta è ormai tra l'ulteriore fallimento e la nazionalizzazione (...) la prima società di assicurazione mondiale, fiore all'occhiello dell'America è così nazionalizzata con lo stupore di tutti".
"Nel mese di settembre tutto cambia Lehman è fallita Bear Stearn e Marlych sono state riacquistate sull'orlo del disastro AIG Goldman Sax è stata recuperata in'extremis. AIG è stata nazionalizzata. Ma tutti credono che la crisi sia finita"[89].In realtà la crisi è appena cominciata e l'economia americana è ad un passo dall'asfissia. Alla fine l'amministrazione Bush reagisce: perché nazionalizzare?
Viene approvato dal Congresso il piano TARP (trouble asset relief program) che organizzerà il riacquisto di credito immobiliare delle banche regionali e di assicurazioni sui crediti di cattiva qualità oltre a misure riduttive quali il taglio degli stipendi dei manager. Dopo la drammatica riunione a Parigi, il 7 ottobre molte banche europee vengono nazionalizzate mentre a Washington si favorisce la iniezione di liquidità alle banche, da parte di uomini che solo un mese prima erano convinti che bisognava puntare solamente sulla libertà dei mercati e deregulation. Mentre la crescita mondiale per il 2009 è prevista per lo zero, l'elezione di Barack Obama avviene nelk momento incui il sistema bancario industriale sono sull'orlo del precipizio.
Per Attali non è vero che il peggio è passato ( aprile 2009). Le banche esitano sempre più a fare prestito alle imprese, molte delle quali falliranno, il sistema finanziario americano ed europeo non conosce l'entità delle proprie perdite e l'alternativa sembra essere tra nazionalizzazione e depressione, nel qual caso il Pil può crollare del 5, 10%; mentre gli USA diventerebbero il primo paese al mondo il cui indebitamento supererebbe il PIL mondiale. Non si può spiegare tutto con la mancanza di regole, emerge invece la contraddizione tra democrazia ed esigenze del mercato e la crisi non è soltanto delle insufficienze delle informazioni. Occorrerebbe per Attali il potere di una banca centrale non sottoposta al potere politico ma parimenti occorrerebbe partire dal mutare un principio della nostra società: il rispetto delle libertà individuale, il mercato invece ha bisogno di uno Stato che difenda i diritti di proprietà degli imprenditori e di una quantità di "iniziati", cioè banchieri che sappiano dove allocare i risparmi categoria già presente negli Stati Uniti e che è più importante dei detentori di capitali. Occorre altresì abbattere il primato della finanza ,lasciando che la coppia mercato-democrazia che agli inizi non è armoniosa declassi tutti gli altri valori in particolare la solidarietà[90] "in tutti i settori promuove l'apologia della libertà individuale, cioè il diritto di cambiare parere"[91].
In realtà scompare lo Stato di diritto, mentre la soluzione risiede in un equilibrio tra questo e il mercato. Utopia? in effetti non esiste altra realtà, dal momento che la crisi è ancora gestibile per l'abbondanza di mezzi tecnologici e la possibilità di inserire il capitale finanziario appunto in uno Stato di diritto rimettendo in ordine tutte l'economie nazionali non potendosi avere uno stato mondiale keynesiano che avvii qualche opera mondiale per ricapitalizzare le banche.
Obama per, Attali, dovrà promuovere un programma di rilancio, ricostituendo i crediti interbancari, evitando il crunch sugli investimenti e proibendo gli strumenti della finanza speculativa e nazionalizzando parzialmente le banche. Mettere in atto un sistema finanziario globale, rifondando il Fondo Monetario Internazionale rilanciando la Home Owners Loan Corporation del 1933 e il progetto Tobin lottando contro gli oligopoli finanziari e sostenendo un reddito minimo planetario.
Occorrerà inoltre modernizzare il sistema finanziario attraverso l'uso ad esempio del telefono cellulare " i trasferimenti di denaro via telefonino rappresenteranno almeno 140 miliardi di dollari in cinque anni. Il telefono cellulare permetterà presto a più di 6 miliardi di individui di pagare transazioni, gestire i propri conti bancari e di risparmio, e anche i conti a termine, di giocare in borsa e creare essi stessi dei prodotti ultra sofisticati : tutti, anche i meno esperti, potranno un giorno calcolare dei derivati e confezionare prodotti strutturati sul loro telefono. Anche il termine di "iniziato" cambierà allora senso" [92]. Occorrerà infine lavorare sul deterioramento climatico, prendendo coscienza di 4 verità: " chiunque lasciato libero di agire non guarda in faccia nessuno per conseguire i propri interessi, anche a scapito di quelli dei propri discendenti; l'umanità può sopravvivere soltanto con finalità altruistiche, è la sola giustificazione dell'appropriazione di ricchezze; il tempo è l'unica risorsa veramente scarsa; ogni attività che contribuisce ad aumentare la disponibilità e attribuirgli la sua pienezza deve essere molto ben remunerata"[93].
Nell'interpretazione della crisi un posto centrale occupa senza dubbio la questione bancaria, cui accenniamo in conclusione, che ho già ricostruito sulla base dei colloqui e dei documenti tratti dall'archivio I.R.I., dettagliatamente, e del pensiero di Donato Menichella, Pasquale Saraceno ed altri[94] .
Come è noto il crollo dei valori azionari determinò la crisi delle grandi banche italiane che avevano usato i depositi degli ignari risparmiatori per i loro investimenti azionari. Come è altrettanto noto la legge bancaria del 1936 pose rimedio a questa situazione trasformando tali grandi banche in banche di interesse nazionale nell'ambito del riordino complessivo con la creazione dell'I.R.I. Il sistema resse fino all'ondata di privatizzazione degli anni novanta, ma oggi cosa succede? Un articolo di Giulio Tremonti descrive bene la situazione attuale [95], dagli inizi della crisi la mano dello Stato si è mossa negli Usa in salvataggio di più 400 banche e finanziarie, ma anche di compagnie di assicurazione ed aziende automobilistiche " in giro per il mondo non è molto diverso, neppure in Europa dove le banche salvate con denaro pubblico sono state 33. Tutto ciò non è stato e non è perché lo Stato ha trionfato perché il mercato ha fallito, anzi per la verità, hanno fallito tutti e due. Il mercato ha fallito per eccesso, lo Stato per difetto. Perche questo doppio fallimento? Perche con la globalizzazione mentre cresceva la forza del mercato, configurata con il fondamento di una nuova religione terrestre, decresceva simmetricamente la forza dello Stato. Via via che con la globalizzazione cresceva la forza dell'economia, lo Stato rinunciava ad esercitare una delle sue funzioni sovrane: rinunciava al monopolio di battere la moneta. Nell'età della globalizzazione anche le banche private potevano battere la loro moneta privata una moneta addizionale che prendeva forma nei più incredibili strumenti finanziari. Una moneta fondata sul debito e perciò stampata sul nulla". In questo tipo di Stato, concludeva Tremonti, l'economia usciva fuori dal quadrante del diritto. Ciò che poneva in discussione parte delle privatizzazioni, facendo perdere colpi, secondo i Rasmussen Reports, anche al libero mercato [96]. La via della fuoriuscita dalla crisi bancaria, si è osservato, è stata oggetto di un grosso dibattito negli Stati Uniti, le soluzioni andando dalla nazionalizzazione alle proposte di Bernanke e Tim Gheitner, nuovo ministro del Tesoro, prendendo in considerazione anche la soluzione svedese con la quale in sostanza si chiudono le vecchie banche e si fondano nuove banche[97].
Da notare, con Giulio Sapelli, il coinvolgimento anche delle piccole banche (ben nota la crisi delle banche regionali pubbliche tedesche tutte rimpinzzate di mutui subprime e di toxics assets) dove " i depositanti non contano assolutamente nulla e neppure gli azionisti pubblici, mentre si salvano solamente le banche di credito cooperativo"[98]. In conclusione sembra proprio vero che a Wall Street sorridono solo le banche[99]. Ciò che ha indotto Obama a ipotizzare il ritorno alla separazione delle banche di credito commerciale da quelle di investimento, come operato nel 1936 col Glass Steagal Act[100], per il presidente degli Stati Uniti le banche sembrano ritornate ai vecchi vizi con istituti troppo grandi[101]. Ciò che ha fatto parlare di scelta populista [102].
La svolta di liberalizzazione era avvenuta con la presentazione al Congresso del Gramm Leach-Bliley Act, che permetteva alle banche di acquisire prodotti finanziari, come già nella politica di R. Rubin, Segretario al Tesoro di Clinton.
Una polemica oggi in corso riguarda, come è noto, il ruolo delle banche ed anche in Italia, specie dopo il crollo della Goldman[103]. Galbraith alla fine degli anni ottanta metteva in guardia a non riprodurre il meccanismo del crollo del 29 che consistette nell'indirizzare gli investitori verso quelle costruzioni dove c'era il vuoto, come le banche ben sapevano.
In Italia si discute, ai nostri giorni, se sostenere alla politica e un dovere dei banchieri, anche per la pretesa di una forza politica ( la Lega ) che richiede di poter controllare i grandi istituti di credito, cosa che opportunamente Francesco Giavazzi critica, citando l'esempio negativo della Germania dove le banche pubbliche della Sassonia erano rimpinzate dei titoli tossici per colpa dei politici locali[104]
[1] Cfr Paul Krugman "Il ritorno dell'economia della depressione e la crisi del 2008 ", nuova edizione febbraio 2009, Garzanti Editore pp 157 e ss.
[2] Si tratta del giudizio fornito dalle note agenzie di rating
[3] Ivi pag 183
[4] ivi pag 195
[5] Ivi pag 200
[6] Ivi pag 201
[7] Ivi pag 207
[8] Ivi pag 208
[9] Ivi pag 216
[10] Ivi pag 219
[11] Robert Schiller "The suprime solution",PrincetonPress, 2008 Pag 1
[12] Ivi pag 13
[13] Ivi pag 19
[14] Per l'andamento dei prezzi del periodo 1890 -2008 Schiller rinvia al suo Irrational Exuberance, seconda edizione Princeton press University 2005
[15] Ivi pag 39
[16] Cfr A.Greespam, "the age of turbulens : adventures in a New World", New York, Penguin 2007, pag 231
[17] R. Schiller opp cit pag 53
[18] Cfr Minsky e Kindleberger
[19] Cfr A Sakolsky, " the great American land Bubble: The Amazing story of land-grabbing, speculation and booms from colonial days to the present time", New York, Harper and Brothers, 1932, pag 1
[20] Cfr H. Hoyt, " one hundred years of lands values in Chicago" University of Chicago libraries 1932, pag 265
[21] Schiller opp cit pag 62
[22] Cfr R. Schiller Irrational Exuberance, seconda edizione
[23] Cfr r. Schiller opp cit pag 97
[24] Cfr H. Klehr "the heyday of american communism: the depression decade"
[25] Capo del council econimc di Barak Obama
[26] R. Schiller opp cit pag 106
[27] Ivi pag 116
[28] ibidem
[29] Ivi pag 140
[30] Stewart Mayhew, "The impact of Derivatives on Cash Markets: what have we learned?", Terry college of business University of Georgia, february 3, 2000
[31] Ivi pag 151
[32] R. Schiller opp cit pag 169
[33] Ivi pag 171
[34] Ivi pag 173
[35] IVI pag 175
[36] Cfr. J.S. Galbraith "the Predator State" soprattutto la seconda parte pag 87 e ss ( the singol economics of predator empray)
[37] Ivi pag. 89
[38] Ivi pag. 92
[39] Ivi pag. 97
[40] Ivi pag. 99
[41] Ivi pag. 101
[42] Ivi pag 103
[43] Ivi pag 104
[44] Ivi pag. 106
[45] Ivi pag. 107 e ss.
[46] Ivi pag 111
[47] Ivi pag. 112
[48] Ivi pag 118
[49] Ivi pag 119
[50] Ivi pag 124
[51] Ivi pag 125
[52] Ivi pag 126
[53] ibidem
[54] Ivi pag 128
[55] Ivi pag 129
[56] Ivi pag 130
[57] Ivi pag 132
[58] Ivi pag 134
[59] Ivi pag 135
[60] IVi pag 143
[61] Ivi pag 147
[62] Ivi pag 148
[63] Ivi pag 151
[64] Ivi pag 163
[65] Ivi pag 166
[66] Ivi pag 175
[67] Ivi pag 176
[68] Ivi pag 177
[69] Ivi pag 178
[70] Ivi pag 179
[71] ibidem
[72] Ivi pag 180
[73] Ivi pag 185
[74] Cfr pag 188
[75] Ivi pag 195
[76] Ivi pag 198
[77] Ivi pag 204
[78] Jacques Attali la crisi e poi? Fazi editore, Roma aprile 2009, pag 4
[79] Ivi pag 7
[80] Ivi pag 16
[81] Ivi pag 17
[82] Ivi pag 18
[83] Ivi pag 27
[84] Ivi pag 28
[85] Ivi pag 39
[86] Ivi pag 46
[87] Ivi pag 60
[88] Ivi pag 62
[89] Ivi pag 67
[90] Ivi pag 109
[91] Ibidem
[92] Ivi pag 132
[93] Ivi pag 137
[94] Cfr. "La mano visibile in Italia" studium 1991; cfr anche La democrazia in aavv, "tra vecchi e nuovi equilibri domanda e offerta di servizi in italia in età moderna e contemporanea", Atti del quinto Convegno Nazionale, Torino 12-13 novembre 2004
[95] Cfr. G Tremonti "il pendolo tra mercato e sociale" in il "Corriere della Sera" 17 marzo 2009
[96] Cfr "Stelle, Strisce e Socialismo" in "Liberal" 11 aprile 2009
[97] Cfr S. Tento " il credito , la Francia e i controlli dello Stato" in "Corriere della Sera" 2 marzo 2009
[98] Cfr G. Sapelli "banche piccole e insaziabili" in "Corriere della Sera" 20 aprile 2009
[99] Cfr La Stampa 2 dicembre 2009
[100] Cfr. E Mucchetti, Tremonti, Draghi e il tempo del credito, in Corriere della Sera 31 gennaio 2010
[101] Cfr. M Gaggi "Obama accusa le Banche" in Corriere della Sera 22 gennaio 2010
[102] Cfr: "il presidente pop" in " il Foglio" 20 gennaio 2010
[103] M. Gaggi Goldman sotto accusa per la frode dei mutui in Corriere della Sera 17 aprile 2010
[104] Cfr M. Cremonesi sostenere la politica è dovere dei banchieri in Corriere della Sera 3 aprile 2010 (intervista a Massimo Ponsellino) ; F. Giavazzi la politica bnon da crediro in Corriere della Sera 19 aprile 2010