Geopolitica


Enrico Maiorino

Il Mediterraneo dopo la guerra in Libia

 

Lungo le coste del mare Mediterraneo i conflitti armati tra stati sono, quasi,una costante da lungo tempo.Come esempi di questa realtà si possono facilmente citare :il Vicino Oriente, la divisione interetnica a Cipro ed i contenziosi di demarcazione di frontiere nell'Africa del Nord.A questo si deve necessariamente aggiungere la persistente e,secolare, concentrazione di conflitti in "potenza" tra le diverse aree politiche del Mediterraneo.

Contenziosi di confine, spinte centrifughe ed irredentistiche di popolazioni che hanno epicentri in entrambe le sponde mediterranee.Nella denominazione dei conflitti i popoli del bacino mediterraneo sono decisamente protagonisti della creazione delle nuove regole militari,politiche e strategiche delle guerre a motivazione religiosa del XXI° Secolo. Effettivamente non ci sarebbero state situazioni militari-politiche quali il conflitto in Afghanistan ed in Cecenia senza un modello paradigmatico creato dai conflitti dell'area mediterranea. Inoltre la realtà politica di tutti i paesi del Mediterraneo ha sempre sviluppato,pur con diversi gradi di relativa intensità, la chiarissima tendenza ad un'accentuazione della personalizzazione del potere.Questa si è diversamente strutturata in varie forme e realtà socio-temporali.Figura del capo estremamente carismatica sia con un suo personale partito o raggruppamento sia con partito a forte dimensione ideologica.Largo spazio in campo sociale e ,quindi,successiva direzione dello Stato da parte degli apparati militari sia palesi (unità militari,ufficiali) che nascosti(polizie politiche di derivazione militare).La continua mediazione politica e culturale tra capi,gruppi e partiti con le religioni sia nell'interpretazione del ruolo di difensore della fede sia come equilibratore e conciliatore del fenomeno religioso con i tempi presenti.La tendenza alle diverse fasi di costruzione del potere personale e personalizzante rende l'intera area del Mediterraneo una zona specifica ed intermedia tra le diverse aree geo-politiche del pianeta.Dalla sintesi del rapporto conflitto potere emerge,quindi,la notevole importanza delle grandi organizzazioni criminali nate e sviluppatesi nell'area nella creazione di aspetti culturali legati alle forme di potere. In questo congiunto la guerra libica sembra apparire come un conflitto minore come importanza e novità.Nel prosieguo delle operazione lo svolgimento di queste è stato essenzialmente aereo e navale,nessuna seria novità dal punto di vista strategico e tattico dai precedenti conflitti degli anni '80 e '90 del secolo scorso.Qualche ovvia novità si può trovare in nuove forme di azione psicologica ed elettronica ma,tutte inserite,in contesti ormai ampiamente elaborati e sperimentati.Detto questo,però,la guerra di Libia si pone al centro di nuovi interrogativi e problemi che hanno tutti il loro baricentro nel Mediterraneo.Stranamente questi fenomeni possono essere sintetizzati in un concetto unico:la centrifugacità politica-economica e sociale. Le popolazioni del Nord si appoggiano più su modelli guida del Centro e dello Atlantico.Fuga da un maggiore impegno effettivo nella costruzione di una comune identità propria.Perdita della capacità di attrazione ideale e politica da parte degli stati arabi della riva sud nei confronti dell'intera Africa sub-saariana  e vuoto propositivo ed ideale tra diverse componenti.etniche e politiche. L'area geo-politica del Mediterraneo ha prodotto negli ultimi decenni un "vuoto"politico che dovrà essere riempito da forze non ancora definite.Abbiamo ora soltanto diverse ipotesi. 1) Controllo politico militare di Super-Potenze,quindi esterne. 2) Crescita di medie potenze con nuove ipotesi aggreganti-Turchia-Spagna-Italia, ipotesi non chiaramente definibile. 3)Spinta ad una ricomposizione su tematiche unificatrici quale la religione.