Attualitą


Lucio Avagliano

La crisi degli anni trenta

 

Abstract 

 

 

 

E’ molto importante per la valutazione del popolarismo, nelle origini della D.C., dell’atteggiamento delle classi medie, del ruolo dello Stato. A monte c’è l’analisi dell’emergere di una società civile che vuole uscire dai vecchi laboratori per confrontarsi con la libertà, che rifiuta lo statalismo in tutte le sue forme, come il liberismo, primo colpevole della crisi. Ma la società civile non trova fino ad oggi una sintesi politica, un linguaggio in cui esprimersi; i personaggi della crisi degli anni trenta sono illuminanti anche per la valutazione di quella attuale. Negli Stati Uniti fondamentale fu senza dubbio il ruolo di Roosevelt. E in Italia? Bisogna risalire al Codice di Camaldoli e all’IRI per trovare delle soluzioni che ci permisero e permetteranno di fuoriuscire dalla crisi.. Ai nostri giorni tale tentativo di fuoriuscire dalla crisi risulta errato, perché condizionato dal liberismo europeo dell’austerità, che ha portato alla depressione. Si è pensato allora di attivare la democrazia attraverso le primarie. Ma non è questa la soluzione per quanto apprezzabile, per il fallimento a destra del piano del liberalismo, e a sinistra per una guida unitaria di un partito nuovo. Cosa resta ora da fare? Tornare a Keynes, tornare allo Stato, ovvero ad un partito mediano, come fu nell’esemplare storia del Belgio, ovvero all’idea di De Gasperi, Schumann ed Adenaeur che posero le basi di una Europa né carolingia né confessionale.

 

  Cfr. G. De Rosa "Da Luigi Sturzo ad Aldo Moro, Brescia 1988, p.164