Economia
Antonio Cardone**
** Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche
Università di Salerno
Abstract
Negli ultimi anni, a partire dal 2009 quando fu lanciata il bitcoin, il mondo virtuale si è popolato con una molteplicità di strumenti finanziari virtuali chiamati criptovalute. In questo lavoro si descrivono le caratteristiche di una criptovaluta, come viene creata e come viene gestita, e si analizza la capacità delle criptovalute a svolgere le funzioni di moneta, prendendo come riferimento la criptovaluta più utilizzata, il bitcoin. Il risultato è che i modi di creazione, la tipologia della gestione e l'estrema volatilità di questo strumento virtuale lo rendono inadatto a svolgere quelle che sono le funzioni caratteristiche della moneta.
INTRODUZIONE
Qualsiasi bene, reale o virtuale che voglia fregiarsi dell'appellativo di moneta deve essere in grado di svolgere tre funzioni: mezzo di scambio, unità di conto, riserva di valore. Affinché ciò avvenga risulta indispensabile che il rapporto di scambio tra il bene al quale si voglia attribuire la funzione di moneta e gli altri beni sia ragionevolmente stabile nel tempo. Poiché questo rapporto di scambio dipende dalla scarsità dei beni in gioco, è chiaro che la gestione della quantità disponibile del bene moneta risulta di primaria importanza. É per questo motivo che nell'attribuire la funzione di moneta nel tempo si è passati da beni materiali, come l'oro, alla moneta segno attualmente in uso. Nel processo vi è stato uno slittamento della fiducia riposta nella moneta dai suoi utilizzatori, dal valore intrinseco del bene moneta alla fiducia nella istituzione, la Banca Centrale.
Non è dunque un caso se all'indomani della crisi del 2008 , caratterizzata da un crollo nella fiducia nelle istituzioni finanziarie, abbiamo assistito alla nascita di quella che è stata presentata come una nuova forma di moneta: la criptovaluta.
CRIPTOVALUTA: COS'E' E QUALI SONO LE SUE CARATTERISTICHE
La criptovaluta nasce come un bene di tipo digitale che può essere utilizzato come modalità di scambio sfruttando la crittografia per rendere sicure le transazioni e controllare la creazione e la quantità di valuta disponibile.Una criptovaluta non è altro che una serie di voci all'interno di un database che non possono essere cambiate se non sotto specifiche condizioni. Esse si basano su un vero e proprio network di computer, che nel sistema delle criptovalute sono chiamati nodi. Ogni computer connesso al network per effettuare transazioni possiede un registro di tutte le transazioni effettuate fino a quel momento sulla rete: siamo dunque in presenza di un sistema decentralizzato.
Una transazione contiene il codice del portafoglio del mittente, il codice del portafoglio del ricevente e l'importo traslato, più la chiave privata dell'account di chi opera. Per evitare che la stessa criptovaluta sia utilizzata nello stesso istante per molteplici operazioni ogni transazione viene fatta circolare all'interno del network: in tal modo la si rende nota a tutti i nodi del network. Affinché la transazione vada a buon fine dovrà anche essere confermata, una volta confermata e concretizzatosi il passaggio di criptovaluta tra due portafogli, la transazione non è più modificabile ed entra a far parte del registro delle transazioni, la blockchain. Compito di confermare le transazioni è dei miner, che mettono a disposizione della rete la potenza di calcolo dei propri computer.
La blockchain può un registro pubblico di tutte le transazioni avvenute con una determinata criptovaluta: ogni transazione viene confermata e aggiunta a questo registro, che nel corso del tempo aumenta di lunghezza e che può essere sempre consultato. Copie identiche della blockchain sono salvate sui nodi del network, vale a dire i computer e server dei cosiddetti miner. Poiché la conferma delle transazioni, chiamate anche blocchi, avviene con una certa lentezza, è possibile pagare una commissione ai miner per far sì che la transazione venga confermata prima. I miner daranno priorità alle transazioni con le commissioni più alte.
I miner mettono a disposizione la potenza di calcolo dei propri computer e server per verificare e confermare le transazioni che avvengono con le criptovalute. I miner quindi aggiungono nuovi blocchi alla blockchain, dove in ogni blocco sono contenute nuove transazioni che così sono confermate. E questo, ciò che cioè fanno, è il mining. I miner sono quindi fondamentali per il funzionamento di una criptovaluta.
Il sistema della blockchain, cuore del meccanismo e ritenuto da alcuni come la vera rivoluzione, si basa su chiavi private, grazie alle quali il sistema è crittografato. Così, ogni utente della rete ha una propria chiave privata identificativa, che gli consente di fare scambi con altri utenti. Gli stessi utenti possono generare una chiave privata, con la quale possono ottenere e spendere la criptovaluta. Se la chiave privata viene smarrita, la criptovaluta collegata a tale chiave non potrà essere né spesa, né trasferita. Dato che le monete sono digitali, anche il portafoglio, denominato wallet, che le contiene deve essere per forza digitale. Il wallet può essere salvato sul computer, sul cloud, un hard disk esterno. Non solo, esistono anche wallet online offerti da società che si occupano di tale servizio e fungono anche da exchange.
Una criptovaluta è indirizzata a due tipi di utilizzatori. Il primo gruppo è costituito da entusiasti della tecnologia che intendono servirsi della criptovaluta per sviluppare il commercio on line. Un secondo gruppo, che ha una fiducia molto limitata nelle attuali istituzioni monetarie e finanziarie, considera attraente la criptovaluta perché essa non ha bisogno di nessuna autorità centralizzata per essere gestita.
Quando si parla di criptovaluta si introduce subdolamente l'idea che si tratti di moneta. In realtà una criptovaluta per essere considerata moneta dovrebbe essere in grado di svolgere le tre funzioni che vengono attribuite alla moneta, e cioè poter essere utilizzata come unità di conto, poter essere utilizzata come mezzo di scambio, poter essere utilizzata come riserva di valore.
LA CRIPTOVALUTA COME UNITA' DI CONTO
Considerata sotto l'aspetto di unità di conto la moneta equivale ad una unità di misura, e in questa veste la moneta rende possibile la comparazione dei prezzi. Ma in quanto unità di conto il valore della moneta deve essere stabile nel tempo: una elevata volatilità del valore della moneta pregiudica il suo uso come unità di conto, e dunque di strumento di quotazione dei prezzi dei beni. Per la moneta segno che tutti noi conosciamo ed usiamo questa caratteristica viene assicurata da un tasso di inflazione basso e stabile nel tempo, e la storia ci segnala come in assenza di questa caratteristica, come ad esempio durante la Repubblica di Weimar, si assiste ad una vera e propria fuga dalla moneta con il conseguente collasso del sistema dei pagamenti. La criptovaluta presenta sotto questo aspetto non pochi problemi, poiché il suo valore è espresso in rapporto ad altre valute (dollaro USA, euro, etc) ed è soggetto a fluttuazioni continue, il che significa che i prezzi espressi in criptovaluta sono soggetti ad oscillazioni continue e, se effettivamente utilizzati negli scambi, sarebbero fonte di incertezza per gli operatori economici. A questo occorre aggiungere un ulteriore problema dovuto alla quotazione elevata raggiunta dalla criptovaluta in relazione al valore di moltissimi beni oggetti quotidiani di scambio. Se ad esempio si usa il bitcoin, il prezzo di molti beni dovrebbe essere espresso in una frazione piccolissima di un bitcoin, rendendo, anche in assenza di forte variabilità nel valore del bitcoin, molto difficile la comparazione tra prezzi. Naturalmente una soluzione a questo problema potrebbe essere esprimere i prezzi dei beni in una frazione del bitcoin, ad esempio in micro o nano bitcoin, e seguendo un percorso opposto a quello seguito in alcune economie dove, a seguito della perdita del potere di acquisto della moneta nel tempo, si usa una unità di conto che è un multiplo della moneta ufficiale, come in Iran dove la valuta ufficiale è il rial ma i prezzi sono quotati in toman, che equivale a 10 rial.
LA CRIPTOVALUTA COME MEZZO DI SCAMBIO
La caratteristica che fa della moneta segno un mezzo di scambio è la sua generale accettazione come mezzo di pagamento, in una parola il suo elevato grado di liquidità. Per molti secoli la liquidità della moneta è stata legata al valore intrinseco del materiale di cui era costituita. Solo in tempi relativamente recenti la liquidità della moneta si è affrancata dal materiale di cui essa è costituita, e la fiducia nella sua utilizzabilità come mezzo di scambio si è trasferita in capo all'istituzione monetaria che ne governa la creazione e la gestione, vale a dire la banca centrale: si è passati dalla moneta merce alla moneta legale o moneta segno. Con la criptovaluta si tenta, almeno nelle intenzioni, un passaggio ulteriore eliminando qualsivoglia riferimento ad una autorità monetaria ed affidando alla soluzione di algoritmi la creazione di moneta ed ad un network
Prezzo in euro e volume di transazioni del bitcoin, e relative oscillazioni dal 2009 ad oggi
Fonte://bitcoincharts.com/charts/krakenEUR#rg2920ztgSzm1g10zm2g25zxzi1gPPOzi2gPVOzv
indifferenziato di computer la sua gestione: la fiducia viene riposta così in un processo oggettivo ed impersonale che presiede sia alla creazione che alla gestione della criptovaluta attraverso i miners e il processo della blockchain.
Dunque, così come accade per ogni forma di moneta priva di valore intrinseco, come per esempio anche la moneta legale, per la criptovaluta un giudizio circa la sua adozione come mezzo di scambio viene a dipendere dall'uso effettivo che se ne fa: se viene utilizzata generalmente come mezzo di scambio allora possiamo dire che il requisito di fiducia che sta alla base della liquidità risulta essere soddisfatto.
Naturalmente tutto si basa sull'aggettivo generalmente.
Attualmente, se consideriamo quella che unanimemente viene considerata la criptovaluta più utilizzata, vale a dire il BITCOIN, il numero delle transazioni giornaliero registrato nel 2019 è stato pari a circa 300mila, un numero in sé stesso molto piccolo se si pensa che viviamo in un mondo che conta circa otto miliardi di abitanti.
Transazioni giornaliere del bitcoin dal 2009 ad oggi
FONTE: https://www.blockchain.com/charts/n-transactions?timespan=all
Anche se vogliamo restringere il confronto solo con USA ed UE abbiamo ogni giorno transazioni effettuate con la moneta legale che devono soddisfare le necessità di quasi un miliardo di persone: è evidente la trascurabilità del numero di transazioni in criptovaluta nel sistema dei pagamenti. Inoltre, certamente la quota più elevata di queste transazioni, di cui quella in Biotcoin da noi considerata è la più rilevante, va attribuita al movente speculativo, ed il rimanente al trasferimento di denaro tra paesi con una parte molto piccola (Yermack (2014) attribuibile all'utilizzo del Bitcoin nell'acquisto di beni e servizi. Se questo non bastasse occorre considerare che ad ottobre 2019, sulla base di dati CoinMarketCap, lo stock di criptovalute mondiale era valutabile in 205 miliardi di euro, mentre l'aggregato monetario M3 solo nell'area dell'euro ad agosto 2019 ammontava a 12,5 mila miliardi di euro.
Infine, occorre considerare sia il meccanismo di creazione della criptovaluta, sia i canali attraverso cui essa diviene disponibile all'utilizzatore finale. Per quanto riguarda il primo aspetto, il meccanismo di creazione della criptovaluta, esso è congegnato in modo tale da rendere prefissata la quantità massima di criptovaluta che può essere creata. Nel caso del Bitcoin essa è pari a 21milioni. Questo limite espone il sistema economico, in caso di effettiva utilizzazione della criptovaluta come mezzo di scambio, ad un elevato rischio deflazionistico, con tutte le connesse conseguenze negative per un corretto svolgimento dell'attività economica. Per quanto concerne poi l'aspetto legato alla vera e propria messa in circolazione della criptovaluta, essa è pur sempre legata alle valute legali esistenti: la criptovaluta si acquista con altre valute.
Nei trenta giorni terminati il 27 novembre 2019 solo sette piattaforme totalizzavano l'83 per cento degli scambi in volume di BITCOIN, e il 95 per cento di questi scambi è stato realizzato essenzialmente contro quattro valute: rispettivamente il dollaro americano per il 67 per cento, l'euro per il 15 per cento, la sterlina inglese per il 7 per cento e lo yen giapponese per il 6 per cento[1]. Mentre il valore di della moneta legale è strettamente legata alla sua capacità di acquisto e dunque al tasso di inflazione, il valore della criptovaluta è essenzialmente il risultato di movimenti speculativi che determinano il valore espresso in una valuta legale della criptovaluta stessa.
LA CRIPTOVALUTA COME RISERVA DI VALORE
L'uso della moneta come riserva di valore è strettamente legato alla sua capacità di conservare stabilmente nel tempo il suo potere di acquisto, oltre che alla possibilità di evitare che essa sia sottratta fraudolentemente al suo legittimo proprietario.
Per quanto riguarda il secondo aspetto abbiamo già detto di come la criptovaluta, essendo virtuale e non avendo nessuna controparte fisicamente individuabile, debba necessariamente essere depositata in conti computerizzati conosciuti come wallet (borsellini) digitali: il problema allora si trasferisce sulla sicurezza di questi conti digitali e sull'efficacia della loro protezione da eventuali attacchi digitali sferrati da chi ha intenzione di appropriarsi della criptovaluta in essi contenuta. Alcune società che gestiscono borsellini digitali hanno cercato di risolvere il problema attraverso il ricorso a compagnie di assicurazione per coprire il rischio di sottrazione fraudolenta di criptovaluta dai borsellini elettronici. Il risultato di tutto questo è che all'utilizzatore della criptovaluta viene addossato l'onere di valutare attentamente sia la società che offre il servizio, non evitabile, di borsellino elettronico, sia di valutare la validità della compagnia assicurativa chiamata a coprire il rischio di furto del contenuto del borsellino stesso.
Per quanto riguarda la capacità di una criptovaluta a svolgere la funzione di riserva di valore con riferimento alle sue caratteristiche in termini di volatilità delle sue quotazioni, abbiamo calcolato indici di volatilità riferiti alle principali valute ed al Bitcoin con riferimento alla loro quotazione giornaliera in termini di euro. Il risultato è che nel periodo considerato la volatilità annualizzata del Bitcoin, che stimata per il 2019 è risultata pari al 58 per cento, è stata15 volte superiore a quella del tasso di cambio del franco svizzero, con un valore della volatilità manualizzata per il 2019 stimato nel 3,8 per cento, di 11 volte superiore a quella del dollaro americano e di circa 9 volte superiore al tasso di cambio della sterlina inglese e dello yen giapponese. Anche con riferimento ad una merce come l'oro la volatilità del bitcoin manualizzata è risultata 5 volte superiore alla volatilità del prezzo dell'oro. Se si pensa che le attività finanziarie maggiormente oggetto di transazione hanno una volatilità annualizzata compresa tra il 30 ed il 40 per cento, ci si rende conto della rischiosità del Bitcoin e della sua scarsa attitudine a svolgere la funzione di riserva di valore.
Volatilità del bitcoin e delle principali valute nei confronti dell'euro nel 2019.
CONCLUSIONI
Al termine di questa breve analisi possiamo concludere che una criptovaluta non può al momento essere considerata come moneta per tre ragioni.
La prima è che il suo valore, espresso in termini delle valute convenzionali, è sottoposto a considerevoli fluttuazioni. Questa volatilità le rende inadatte a svolgere la funzione di unità di conto e dunque ad esprimere i prezzi degli altri beni in termini di criptovaluta.
La seconda è che questa stessa volatilità rende improponibile il loro uso come strumento di pagamento, improponibilità rafforzata anche dagli alti costi di transazione e dalla completa assenza di qualsiasi tutela contro eventuali frodi commerciali.
La terza è che la criptovaluta non può essere utilizzata come riserva di valore in quanto niente e nessuno garantisce che possa essere al bisogno scambiata con beni, anche non considerando il fatto che anche in questo caso l'estrema volatilità del suo valore nel tempo in termini di moneta segno introduce un rischio difficilmente quantificabile.
BIBLIOGRAFIA
Mersch, Y. (2018a), Virtual or virtueless? The evolution of money in the digital age, lecture given at the Official Monetary and Financial Institutions Forum, London, 8 February.
Mersch, Y. (2018b), Virtual currencies ante portas, speech given at the 39th meeting of the Governo14r's Club Bodrum, Turkey, 14 May.
Yermack David (2014) Is bitcoin a real currency? An economic appraisal ,New York University Stern School of Business and National Bureau of Economic Research
SITOGRAFIA
https://www.comefaretradingonline.com/criptovalute/ 11.12.2018
https://www.mercati24.com/che-cosa-sono-le-criptovalute/ 11_12_2018
ECB Crypto-Assets Task Force Occasional Paper Series Crypto-Assets: Implications for financial stability, monetary policy, and payments and market infrastructures,https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/scpops/ecb.op223~3ce14e986c.en.pdf
[1]https://bitcoincharts.com/charts/volumepie/