Storia
Adriana Di Leo
Industrializzazione, questioni ambientali e tecnologie.
I seminari di storia contemporanea nella Facoltà di Ingegneria ·
1. Premessa
In considerazione delle direttive della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria, nonché dell'orientamento dei Politecnici, favorevoli ad una integrazione fra conoscenze tecnologiche ed insegnamenti umanistici, presentiamo alcuni dei seminari sperimentali tenutisi presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Salerno.
Basati su una didattica avanzata che ha permesso di rilevare i profili più attuali delle tematiche, i seminari hanno rappresentato anche un test dell'indice di gradimento presso gli studenti e i dottorandi di un'esperienza che annoverava l'incontro, nei loro percorsi formativi, con le conoscenze umanistiche[1]. Ai giovani partecipanti sono stati forniti questionari e bibliografie in relazione ai temi affrontati, sono stati condotti anche in visite guidate ai luoghi di cui si è parlato nei seminari; sono stati inoltre invitati a tenere lezioni e conferenze specialisti delle problematiche trattate.
I seminari si sono svolti negli anni 2005, 2006, 2007; complessivamente è stata un'esperienza molto utile alla quale hanno partecipato, testimoniando stima ed interesse per l'iniziativa, anche i tre Direttori del Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali che si sono succeduti in tale periodo: Giuseppe Imbucci, docente di storia contemporanea, che ha contribuito alle prime fasi del progetto, Lucio Avagliano, docente di storia economica, che ne ha seguito lo sviluppo, Massimo Mazzetti, docente di storia contemporanea, che ha sostenuto l'iniziativa partecipando ed incoraggiandola. Tutti hanno tenuto relazioni che hanno offerto la possibilità di effettuare dibattiti d'approfondimento. Mazzetti si è dichiarato favorevolmente colpito dall'aspetto scientifico di tutto il progetto culturale dal momento che, tra l'altro, già da alcuni anni inserisce nel suo corso di storia contemporanea della Facoltà di Scienze della Formazione aspetti della storia tecnologica.
Le premesse di questi seminari nacquero da un'iniziativa culturale tenutasi nel mese di dicembre 2004 quando la Facoltà di Ingegneria organizzò un incontro sul tema "Il nuovo rapporto tra storia ed ingegneria". In quell'occasione si tendeva, tra l'altro, a facilitare l'inserimento dei laureati nel mondo del lavoro ed a sollecitare un aggiornamento per i professionisti.
Il docente promotore, Luigi Egiziano, inserì nel programma anche una mia relazione sull'integrazione tra culture Scientifiche-Tecnologiche e Scienze Umane[2]. L'inserimento del mio intervento era condiviso da Giuseppe Imbucci, Direttore del Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali, scientificamente interessato e favorevole alla correlazione tra ingegneria e storia. La qualità di quella mattinata di studio, rivelatasi di tale interesse da coinvolgere i partecipanti anche oltre l'orario stabilito, successivamente, invogliò a proporre di darle una continuità con una serie di seminari su grandi tematiche della storia contemporanea, già presenti nella mia relazione, e che rientravano tra gli interessi dell'Ingegneria.
Il progetto Storia e Ingegneria, organizzato nella Facoltà di Ingegneria, era diretto a studenti e dottorandi delle Facoltà scientifiche ed umanistiche perché, già questo rivolgersi ad allievi d'aree diverse, era un aspetto importante e necessario per rompere l'isolamento tra le culture. Nella relazione introduttiva Imbucci affermava che la figura dell'ingegnere era a "trecentosessanta gradi" e per tale motivo destinata ad approfondire studi di chimica, di meccanica, di aspetti del territorio, ma anche ad avere una valida conoscenza della storia delle scienze, della storia economica, della storia sempre più attuale dell'ambiente, dello sviluppo del mondo del lavoro e dell'uso delle tecnologie. Credeva che la cultura umanistica fosse valida nei percorsi di tutte le facoltà scientifiche poiché aveva il compito di rafforzare le competenze ed aprire al mondo delle relazioni sociali. Del resto, già da alcuni anni, sedi scientifiche di rilievo sostenevano tale necessità: da queste innovazioni nascevano progetti con ampie relazioni ed echi. Imbucci, nel ricordare i suoi interessi di studioso dell'età contemporanea, sentiva il dovere di segnalare come "impellente" la presenza di studi di storia, nei percorsi formativi delle facoltà scientifiche. Concludeva affermando che la storia era importante, come ricordava sempre ai suoi colleghi ed amici ingegneri, in qualunque Facoltà ed indirizzo di studi, ma lo era soprattutto in quegli aspetti del sapere che credevano di poterla ignorare. La società scientifica e neo-tecnica tendeva ad essere senza tempo ed era per questo che sempre bisognava sostenere le ragioni e le funzioni della storia. Egli riteneva pertanto che lo sviluppo del mio progetto fosse basato su tematiche che fornivano importanti elementi costruttivi di riflessione e di conoscenza.
Fra le grandi tematiche della storia contemporanea certamente il problema dell'evoluzione degli aspetti economici occupa un posto rilevante tanto che esso è sempre più analizzato ed approfondito nel corso di questi ultimi decenni.
Giuseppe Di Taranto, ordinario di storia economica presso la Facoltà di Economia della Luiss "Guido Carli", docente di Storia del pensiero economico presso la medesima Facoltà, ha tenuto un incontro su Sviluppo ed innovazione con studenti e dottorandi presso la sede del dottorato in ingegneria meccanica dell'Università di Salerno, il 19 maggio del 2005. Il seminario, di grand'attualità, su rilevanti aspetti dell'industrializzazione e sulla moneta unica, riscosse notevole successo presso gli allievi che si trattennero con il professor Di Taranto anche dopo la conclusione ufficiale dell'incontro. Al termine della lezione il prof. Imbucci venne nell'aula centosette della Facoltà di Ingegneria, in compagnia d'alcuni collaboratori, per ricordare nuovamente ai presenti quanto la storia fosse importante per la formazione degli studenti della Facoltà.
Il professore Di Taranto rilevò, tra l'altro, come la Facoltà di Ingegneria di Salerno avesse intrapreso il sentiero della modernità, ponendosi tra i poli d'eccellenza del sistema universitario nazionale. L'esperienza gli era sembrata particolarmente importante perché aveva potuto trattare argomenti interdisciplinari indispensabili per la formazione del capitale umano nel nostro Paese. Le considerazioni evidenziavano anche come fosse già sentita l'esigenza nel Campus di Fisciano di una maggiore collaborazione tra scienze umanistiche e scienze legate all'evoluzione tecnologica.
Certamente, tali affermazioni non erano da interpretarsi come complimenti convenzionali e formali: esse nascevano piuttosto dalle esigenze del mercato del lavoro ed erano testimoniate da una recente indagine dell'Unioncamere (più volte tenuta presente in un dibattito televisivo col presidente della Fondazione Marco Biagi) dalla quale si evidenziava la consapevolezza che il mondo dell'impresa richiede laureati in economia, in ingegneria ed in scienze umanistiche perché sono indispensabili le capacità organizzative, innovative e di contestualizzazione sociale.
Le considerazioni erano in correlazione con quanto contemporaneamente si programmava nei Politecnici, in diverse sedi universitarie, ed anche con iniziative culturali promosse in campo nazionale dai convegni del consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, dalla CRUI, nonché dal Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca che, il 26 maggio del 2005, a Firenze, nell'Aula Magna dell'Università proponevano il complesso e fondamentale tema della "Qualità del capitale umano dell'università italiana". In quella giornata vari interventi avevano rilevato il ruolo ed il valore della formazione del capitale umano come necessità per il mondo dell'università e del lavoro[3]. Il testo che a Firenze, in tale occasione, fu distribuito a tutti noi presenti, riuscì utile ad Imbucci, che lavorava nella Commissione Didattica dell'Università di Salerno, per valutare i dati più recenti. Del resto, con una serie di deleghe, tradizionalmente, il Direttore mi aveva sempre fatto partecipe di varie iniziative riguardanti le commissioni di cui si occupava.
Per le sue competenze nel campo dell'industrializzazione Lucio Avagliano, che, appena eletto direttore del Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali mi aveva nominato vicario dello stesso[4], ha svolto al termine dei corsi del primo semestre dell'anno accademico 2005-2006, presso la Facoltà di ingegneria, un incontro seminariale con studenti e dottorandi.
Nel riprendere la tematica della formazione del capitale umano si collegava anche alle iniziative sorte a Roma presso l'Istituto Luigi Sturzo. Avagliano ha, poi, illustrato la nascita nell'Università di Salerno, nel 1993, del dottorato in "Storia dell'industria". Quel dottorato, costituito con l'impegno suo e mio, aveva posto le basi per una serie d‘approfondimenti degli aspetti socio-economici in una dimensione europea[5]. Fondamentali sono state le collaborazioni con le iniziative di vari gruppi di ricerca italiani e stranieri ed importante la nascita di una rivista come Sin-Tesi, pubblicata da Franco Angeli, che dalla lettura degli articoli, evidenzia le iniziative originate e sollecita le ricerche dei più giovani. Nell'ambito del lavoro svolto ricordava il primo convegno nazionale sulla Storia dell'Industria che aveva organizzato a Salerno. In tale occasione, oltre ad analizzare questioni e metodi di ricerca, bisognava tenere presente quanto riportato negli atti del primo convegno di storia dell'industria da Luigi De Rosa sulla scarsa considerazione riservata agli archivi aziendali.
Avagliano ricordava che, in particolare, si era discusso delle interpretazioni date alla" rivoluzione industriale" e considerava l'attualità di tale tema recentemente ripreso nel dibattito storiografico. Infine esponeva come si era realizzato attraverso seminari una nuova indagine sulla situazione della storia dell'impresa riportata nella rivista "Sin-Tesi"[6]. In base agli interventi avuti per le diverse aree geografiche si delinea un quadro aggiornato di capacità e aspetti della ricerca pur tenendo sempre presente l'interpretazione di Angelo Moioli che interpetrava la storia dell'impresa come aspetto della stessa storia civile evidenziando che in Lombardia si era seguita una via dell'industrializzazione lontana dall'esperienza inglese, dato che lo sviluppo di Milano non era stato quello dei territori limitrofi.
Il seminario, organizzato al termine del primo semestre dell'anno accademico successivo, 2006-2007, ha visto la presenza di studenti che erano anche intervenuti ai due convegni di storia che hanno interessato la Facoltà di Ingegneria. I due convegni, organizzati in ambito nazionale sulla Storia dell'Industria e sulla Storia dell'Ingegneria, sono stati essi stessi un momento efficace di integrazione tra i campi delle scienze, oltre ad essere stati utili per approfondire alcuni percorsi storiografici[7]. Nel seminario il prof. Avagliano commentando i temi del secondo convegno nazionale di Storia dell'industria su Ascesa e declino dell'Italia industriale nel periodo 1985-2005, ha precisato che essi erano maturati dopo scambi culturali avuti anche con alcuni ingegneri docenti della Facoltà di Ingegneria. Il convegno è stato utile per discutere sull'esistenza di una crisi industriale, sulla sua portata, e se essa fosse da leggere con singole espressioni oppure da collegarsi ad un unico processo che si realizza in varie fasi con il mutamento nelle realtà sociali, economiche e politiche del Paese. Nell'ampia discussione, sono rientrati, naturalmente, vari elementi di studio come lo stesso rapporto tra istituzioni e società ed i vincoli e gli stimoli che esso crea allo sviluppo economico-sociale.
3. Questioni ambientali
Il giorno 26 aprile 2006 l'incontro di studio ha proposto una riflessione puntuale su una tematica che è anche elemento della professione, tra le più dibattute per effetto della pluralità dei settori da essa investiti. In tale senso si è evidenziato come la scienza tenti di offrire risultati che coniughino esigenze diverse. Una rassegna di studi sull'ambiente e sul dibattito internazionale è stata svolta analizzando vari testi e mettendo a confronto gli studi svolti in Italia da valenti studiosi: Alberto Caracciolo, Piero Bevilacqua, Gabriella Corona, Pietro Tino ed altri.
Per una verifica d'alcuni aspetti delle questioni ambientali si è preso come campione d'indagine l'area della provincia d'Avellino, anche in relazione alla presenza del campus dell'Università di Salerno.
L'ingegner Antonio Tartaglia ha accompagnato gli studenti e i dottorandi alle miniere di zolfo di Altavilla Irpina, per un'articolata visita guidata, evidenziando il rapporto e le connessioni tra ingegneria, risorse, ambiente ed energie.Tali aspetti s'integravano perfettamente con la mia relazione sull'evoluzione storica della miniera di zolfo. Esperienza in una miniera, che è stata la più importante del Mezzogiorno continentale, di verifica e di apprendimento, esplicitamente richiesta, dopo le lezioni, con una lettera dagli stessi allievi, elemento importante perché evidenzia la sensibilità per questi aspetti interdisciplinari[8].
L'attività didattica del corso di "Storia dell'Ambiente", a fine maggio 2007, si è conclusa con una giornata di studio che ha messo a confronto gli atti delle relazioni internazionali sull'ambiente, le relazioni del convegno internazionale sui mutamenti climatici, tenuto a Ginevra presso l'Auditorium Jacques-Freymond, Institut universitarie de hautes études internationales, il 18 e 19 gennaio 2007, e gli elementi di riflessione storica presenti in un recente volume di John R.McNeil, perché essi offrono diverse prospettive di studio e di ricerca per il nostro futuro.
Il convegno di Ginevra, al quale siamo stati invitati a partecipare, affrontava la problematica dei mutamenti climatici in chiave interdisciplinare tenendo conto della necessità di nuovi programmi internazionali sull'evoluzione del cambiamento del clima.[9] In effetti, se l'emancipazione delle società industrializzate influenza, i mutamenti climatici, come dimostra l'effetto serra, bisogna tenere costantemente presente che le tecnologie occidentali esercitano un influsso enorme sull'ecosistema terrestre, il quale deve essere tutelato e salvaguardato dall'opera delle società umane, intervenendo in un modo più articolato con nuove tecnologie e con una diversa visione del problema, che parta dall'educazione ambientale e arrivi alla formazione di nuovi controlli internazionali per il rispetto e la tutela dell'ambiente nella consapevolezza che ogni uomo è "sistema" nell'ecosistema. Il convegno esaminava attentamente i nuovi aspetti della crescita industriale, gli effetti reali del Protocollo di Kyoto e valutava le politiche internazionali "a lungo termine" per evitare i pericolosi cambiamenti del clima.
Il volume di John R. McNeil, pone in risalto che bisogna, non solo tenere conto dell'adozione di nuovi modelli socio-economici, di diversi modelli di sviluppo economico - industriale internazionale, di aggiornati modelli culturali che tendano alla conservazione delle risorse e all'uso di fonti alternative energetiche, ma, anche riflettere, che la prima possibilità per la produzione d'energia è la rinunzia allo spreco, il ritorno a modelli di vita "più naturali".
John R. McNeil, docente alla Georgetown University, rivela l'importante portata dei mutamenti che l'uomo del novecento ha introdotto nel mondo fisico. Il genere umano ha imposto alla terra uno sforzo gigantesco.[10] Pian piano l'autore crede che i mutamenti apportati all'ambiente, nel Novecento, saranno l'elemento fondamentale per comprendere il mondo contemporaneo.Essi saranno più importanti che qualunque fenomeno o avvenimento politico comprese le due guerre mondiali, l'avvento del comunismo, l'alfabetizzazione delle masse o la democrazia.
4. Tecnologie
Nello sviluppare il terzo aspetto del progetto, storia e tecnologia, abbiamo considerato programmi e testi già presenti in altre Facoltà di Ingegneria e nei Politecnici perché è certamente il campo nel quale più facilmente si trovano affinità ed interessi.
La storia della tecnologia è stata evidenziata come storia di mezzi e strumenti, dal mondo antico ad oggi, secondo il validissimo insegnamento di Vittorio Marchis, docente di storia della tecnologia, presso il politecnico di Torino, che gli studenti hanno avuto modo di incontrare a Salerno.
A tali considerazioni abbiamo unito esperienze internazionali, per la Francia, ove tale insegnamento è consolidato da qualche tempo, l'ingegnere Gaetano Donnarumma, ha segnalato studiosi francesi che svolgono tale ruolo di connessione tra tecnologia e storia. Il seminario svolto il 21 novembre del 2005, Memoria storica ed ingegneria, si è tenuto in occasione dei venticinque anni dal terremoto del 25 novembre del 1980 ed ha analizzato, il rapporto tra storia, evoluzione tecnologica e beni culturali, attraverso tecniche ed interventi tendenti alla valutazione storica del "costruito"nei centri storici sconvolti dall'evento sismico, per una maggiore rivalutazione della "memoria storica"che, in questo caso, è ciò che si riesce a recuperare, "nei monumenti, nelle caratteristiche murarie, edilizie, viarie di un borgo, di un paese, di una città e che ha una dimensione comunitaria, collettiva".[11] Un patrimonio al quale è naturalmente inserita la stessa identità delle comunità locali.
Nel campo della storia della tecnica Massimo Mazzetti, ordinario di storia contemporanea e Direttore del Dipartimento di Scienze storiche e sociali, ha tenuto un seminario, il giorno 2 aprile 2007, rivolto agli iscritti delle Facoltà scientifiche ed ai dottorandi passaggio dalla navigazione a vela alla navigazione a vapore. Egli ha svolto dapprima alcune riflessioni e ha dimostrato come la storia di una tecnica sia spesso complessa e che tra i primi attrezzi per navigare vi fossero elementi studiati dai greci, poi diffusi e migliorati dai romani per ingranaggi e uso delle forze. Ripensando alla storia della navigazione nel mondo antico il passaggio dalla forza dei remi delle galere a quella formata da remi e vele rende evidente il percorso compiuto dalla tecnica così come elementi apparentemente semplici, come la modifica del tipo di chiodi per le navi "quadrangolari a sottile piramide", è servita per ottenere un modello più idoneo e adatto ad una maggiore adesione al legno. Importante il passaggio dal medio Evo alle caravelle di Colombo, che sono anche l'avvio di un nuovo tipo di navigazione, che permetteva di superare le difficoltà di lunghe navigazioni oceaniche con tutti gli effetti conseguenti per il mondo europeo. Le caravelle, tra remi e vele, portano anche un'efficace innovazione per la posizione del timone. Importante il valore della vela latina che assume nella navigazione aspetti molteplici, osserva il Direttore, per le novità che ne seguono e per gli impulsi alle scoperte geografiche.
Sul significato dell'uso del vapore nell'Ottocento, come tappa fondamentale della rivoluzione industriale, il Relatore rileva che permetteva di liberarsi dalla schiavitù dell'energia idraulica e determinava nuove e diverse aggregazioni industriali inaugurando varie prospettive nella società europea.Il vapore usato dapprima per fabbriche e miniere, negli sviluppi successivi con macchine a pressione più compatte, era usato nelle locomotive e nelle navi già dal 1816.
Mazzetti, in tale occasione, nel valutare positivamente il lavoro svolto, ha rilevato l'importanza sempre maggiore che oggi si attribuisce alla storia della tecnologia all'interno della storiografia contemporanea e si è dichiarato disponibile per successivi interventi in un campo così interessante di studi e correlazioni che permette la crescita dell'Università e della ricerca scientifica.
Andrea Villa, titolare di un assegno per la collaborazione ad attività di ricerca nel settore della storia contemporanea, il sette maggio 2007, ha svolto riflessioni su alcuni cambiamenti di carattere socio-culturale, ambientale e tecnologico, provocati dal fenomeno della "rivoluzione industriale". Il suo intervento è stato naturalmente preceduto da una presentazione dei suoi studi e da un chiarimento sulle ricerche svolte dalla Fondazione ISEC.
Villa ha visto il fenomeno della crescente proletarizzazione dei contadini, determinata dalla progressiva eliminazione del regime agrario comunitario, cui si accompagnò contemporaneamente la diffusione del sistema della cosiddetta "fabbrica accentrata". Per esemplificare queste trasformazioni storiche ha presentato il caso di Sesto San Giovanni, studiato in collaborazione con la Fondazione ISEC, che dagli ultimi decenni dell'Ottocento da borgo agricolo fu modificato, in base ai progetti di sviluppo avviati da alcune grandi imprese milanesi - la Breda, la Pirelli, la Falck - in un centro industriale incardinato sull'asse ferroviario che collegava Milano all'Europa Centrale, attraverso il San Gottardo. Ma la grande fabbrica fu anche un luogo dove si trasferivano e si acquisivano saperi generali e capacità scientifiche, in cui si esprimevano competenze, intelligenza produttiva e piglio organizzativo. In particolare è emersa la figura di uno dei "pionieri" della rivoluzione industriale, Charles Babbage, personalità eclettica di scienziato e viaggiatore, che inventò varie macchine che contribuirono all'innovazione dei sistemi tecnologici utilizzati nelle industrie. Oltre che inventare la Macchina alle Differenze (Difference Engine) che costituì una sorta di antenato dei moderni calcolatori, Babbage nel 1828 su invito dell'Accademia Reale di Napoli visitò Ischia e la zona attorno al Vesuvio per compiere studi sui fenomeni vulcanici e sui gas presenti nel sottosuolo, facendosi persino calare, legato ad una corda, nel cono del vulcano.
Inoltre sono stati organizzati alcuni seminari per ricordare eventi particolarmente espressivi dell'età contemporanea. Tra questi, grazie alla disponibilità del dott. Antonio Bassi, Presidente della Corte di Assise di Appello di Salerno, si è tenuto il 29 maggio 2006, in occasione della ricorrenza del 2 giugno 1946 - 2 giugno 2006, il seminario Costituzione Italiana e Nascita della Repubblica. Studio comparato e riflessioni critiche. L'incontro, che è stato introdotto dal Direttore del Dottorato di ricerca in Ingegneria meccanica, Vincenzo Sergi, ha evidenziato la necessità di conoscenze politico-sociali perché l'ingegnere non è "altro" ma è nella società in cui opera e vive e per tale motivo è utile una visione trasversale della conoscenza.
L'iniziativa s'inseriva e collegava a manifestazioni nazionali che si svolgevano nello stesso periodo, ed è stato interessante anche per il valido dibattito apertosi tra il collega Ciro Aprea ed il relatore Antonio Bassi. A tale seminario hanno aderito Istituti di ricerca e fra questi l'Istituto Italiano per gli Studi filosofici. Istituto, che, come ha ricordato Maurice Aymard, da anni si avvale della collaborazione di numerosi studiosi italiani e stranieri per il rinnovamento del sapere e la qualità della formazione.
Nel quadro che si è delineato voglio rilevare la mia soddisfazione per il buon esito della prima fase del progetto che invoglia ad ampliare i confronti con altre Università e Centri di ricerca.
I seminari, della seconda fase, si svolgeranno secondo accordi e programmi già avviati. Essi saranno sempre basati sulla qualità dell'offerta formativa e sulla qualità degli apprendimenti per un nesso inscindibile delle conoscenze e competenze degli studenti che tenda ad un sistematico e continuo accrescimento dei corsi di studio universitari.[12]
Per tutti gli incontri sento il dovere di ringraziare i relatori e i colleghi che hanno permesso la realizzazione del programma culturale, basato sulla sensibilizzazione, l'informazione, la formazione, del quale è evidente l'impegno, la portata e l'attualità.
· All'effettuazione dei seminari, organizzati da Adriana Di Leo, in qualità di docente di storia contemporanea della Facoltà di ingegneria, hanno contribuito, come si rileva nel testo, in modo particolare i direttori pro tempore del Dipartimento di Scienze storiche e sociali dell'Università di Salerno, professori: Giuseppe Imbucci, Lucio Avagliano, Massimo Mazzetti.
[1]In breve tempo intendiamo anche pubblicare le trascrizioni delle relazioni e gli esiti dei questionari.
[2] Il tema era "Integrazione tra culture scientifiche - tecnologiche e scienze umane: industrializzazione, questioni ambientali,tecnologie."
[3] La qualità del capitale umano dell'Università italiana. Caratteristiche e performance dei Laureati 2004. VII Indagine AlmaLaurea sul Profilo dei laureati, 26 maggio 2005, Aula Magna dell'Università di Firenze. Ugualmente efficace il recente incontro organizzato dal Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, Dall'Università al lavoro in Italia e in Europa, 2-3 marzo 2007, Aula Magna dell'Università di Bologna.
[4] Nomina a Direttore Vicario del Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali, Prot. n. 2517 del 17/01/2006.
[5] Sulla nascita del Dottorato, il primo di materie storiche dell'Università di Salerno, ricordiamo la relazione, presentata alla Conferenza di Ateneo, Fisciano 10 e 11 dicembre 1997 e successivamente pubblicata.
Cfr. A. Di Leo - L. Avagliano, Università, Europa, Mezzogiorno, in Sin-Tesi, anno II, I, 1999, pp.165-168
[6] Cfr., Editoriale, in Sin-Tesi, Rivista semestrale, anno III, n.3,2003, pp.3-4
[7]Ascesa e declino dell'Italia industriale nel periodo 1985-2005, Fisciano,Aula 126 della Facoltà di Ingegneria, 6 ottobre 2006-Amalfi,Hotel Saraceno, 7 ottobre 2006;
L'Ingegneria e la sua storia, Salerno, Sala Bottiglieri dell'Amministrazione Provinciale, 12 dicembre 2006-Fisciano,Aula delle Lauree della Facoltà. di Ingegneria, 13 dicembre 2006.Ringraziamo per la sua disponibilità la professoressa Vittoria Vittoria.
[8]La visita è stata possibile grazie all'autorizzazione del Presidente della miniera avv. Giancarlo Capone. Gli studenti ed i dottorandi intervenuti erano stati regolarmente assicurati.Per la cortese disponibilità ed assistenza si ringrazia il dott. Nicola Oliva.
[9]Ginevra, giovedì 18 gennaio e venerdì 19 gennaio 2007, International Conference on Climate Change Diplomacy: the Evolving Climate Change Regime. Tra i partecipanti al convegno vi erano relatori dell'Università d'Oslo, dell'Università Cattolica di Louvain, dell'Università Federale di Rio de Janeiro, esponenti culturali della Cina e del Giappone, rappresentanti dell'Istituto di meteorologia d'Amburgo. Sono stati di grande interesse i dati forniti sulla situazione italiana.
[10] John R.McNeill, Qualcosa di nuovo sotto il sole. Storia dell'ambiente nel XX secolo, Einaudi 2000
[11] Gabriele De Rosa, Il terremoto del Sud (23 novembre 1980) e la , in "Venti anni di studi e ricerche in Basilicata 1974-1994", a cura di Giovanni G. Libertazzi, "Quaderni della Rassegna Storica Lucana", n.2, pp.53-70.
[12] Un seminario innovativo per la storia della tecnologia nell'età contemporanea sarà tenuto da Vittorio Marchis, docente del Politecnico di Torino. L'iniziativa integra lo studio dell'evoluzione tecnologica con " l'autopsia della macchina" oggetto della lezione.
Inoltre si segnala il seminario che sarà tenuto dal professore Luigi Ganapini, Presidente della Fondazione ISEC (Istituto per la storia dell'età contemporanea) di Sesto San Giovanni, sulle fonti per la storia dell'ingegneria presenti nella stessa Fondazione/
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