Geopolitica


Enrico Maiorino

GEOSTRATEGIA. LE GUERRE DEL XXI° SECOLO: UNA PRIMA ANALISI STRUTTURALE

A) Premessa metodologica Senza dubbio gli ultimi diciotto anni si caratterizzano come un tempo dove la guerra e lo scontro armato,diplomatico ed ideologico sono in” primo piano”. Il numero e l’intensità degli studi e delle discussioni culturali inerenti la guerra,in tutte le sue problematiche,sono sicuramente della stessa qualità e quantità di quelli del periodo 1939-1945. Esiste una completa analisi filosofica, etnopsicologica ed antropologica su tutte le domande intellettuali sulle guerre del periodo 1990-2008. Come si può logicamente ricavare dallo schema perenne della discussione sulla guerra in senso generale esiste il dibattito sulle cause e responsabilità. Le colpe individuali e collettive si pongono al centro dell’analisi di numerosi intellettuali e politici. Questo complesso di problemi è, in modo particolare, seguito da gran parte della cultura e dell’opinione pubblica italiana, estremamente sensibile a connotare di questioni morali le problematiche di politica estera. B) La complessa discussione delle diverse scuole di geopolitica. La sintesi, sia pur minima, dei diversi studi e dei nuovi risultati raggiunti dalle diverse scuole e raggruppamenti geopolitica sulle guerre “ultime” è allo stato attuale praticamente impossibile. Invece è più facile una ricostruzione teorica degli sviluppi dialettici di queste in uno studio complessivo ed organizzatore da sviluppare in seguito. Volendo , però, tentare una sintesi parziale dei risultati raggiunti si può dividere adeguatamente gli studi in due filoni di ricerca. Il primo è, ovviamente, quello che si può definire :geopolitica della singola area geografica. I Balcani e la loro situazione politica-strategica, da questa ,come un meccanismo ad incastro meccanico, il rapporto con gli altri, Europa, U.S.A. ed altro…Il secondo vede protagonista indiscusso l’analitica sui grandissimi spazi, il Pianeta, vengono privilegiate, quindi, le discussioni e gli studi sulle grandissime questioni interstatali e/o metastatali. Tipico di quest’ultimo approccio è l’analisi sulla crisi energetica mondiale ed i suoi rapporti con i conflitti in una precisa area ,come esempio, il Vicino Oriente. C) Un primo tentativo di sintesi concettuale. 1) L’esistenza di una linea di tendenza dei conflitti armati che parte dagli anni novanta del secolo scorso ed arriva al 2008: l’inizio dei conflitti visti come cause e sviluppi di localismi e micro esplosioni derivate da situazioni precedenti; esempio classico guerre balcaniche. Lo sviluppo di questi che hanno visto crescere l’intervento di forze esterne come gli U.S.A. e la N.A.T.O. 2) La progressiva crescita di una nuova rivalità tra le diverse potenze che ha avuto già come conseguenza una revisione del vecchio concetto di “zona di influenza”. Come esempio il Caucaso ed in misura notevole le problematiche relative agli oceani. 3) La priorità assoluta dello sforzo bellico e dei teatri di operazione è assolutamente degli U.S.A. e dei suoi alleati. Questo necessariamente deve essere delineato per quanto è possibile in una sintesi. D) Le guerre degli U.S.A. 1) Pur nelle diversità e nella vastità degli spazi geografici trasformati in scacchieri militari questo intervento complessivo degli U.S.A. può essere interpretato e delineato in costanti di natura geo-strategica. 2) Ogni fase conflittuale armata si sviluppa con il totale dominio del mare e dell’aria da parte degli U.S.A. e dei loro alleati. Nessuna forza nemica disponeva di mezzi aerei e navali (in assoluto e/o non in grado di intaccare la potenza U.S.A.). 3) La costante presenza di retrovie e di spazi strategici alternativi di assoluta sicurezza per gli U.S.A. Ruolo della Turchia e dell’Italia come esempi principali. 4) I territori geografici attaccati favorevoli ad una guerra di movimento ed automaticamente privilegianti le grandi operazioni militari di massa di mezzi e rifornimenti logistici. Il tipo di guerra prediletto dalle grandi potenze industriali 5) La presenza di elementi favorevoli agli U.S.A. all’interno del territorio nemico 6) La difficile conformazione territoriale e geografica per l’organizzazione ed il prosieguo vittorioso di una guerra di guerriglia da parte delle popolazioni. Nello stesso territorio afgano l’organizzazione di una guerriglia presenta alle popolazioni un fardello pesantissimo di sofferenze. Inoltre i reparti guerriglieri possono essere facilmente isolati e bloccati in montagna se perdono l’appoggio pratico della popolazione. 7) Gli scacchieri sono in gran parte facenti parte di una storia di penetrazione culturale anglosassone e più facilmente gestibili da un esercito proveniente da questo mondo. Il tentativo di sintesi geo-strategica è ovviamente un rischio che necessita di ulteriori prove e tentativi di analisi.